Napoli, è boom per le richieste di annullamento dei matrimoni

È emergenza nozze in Campania: la Chiesa lancia l’allarme per l’aumento delle pratiche di annullamento dei matrimoni che rischiano di portare al collasso il Tribunale Ecclesiastico Campano. Una situazione che ha costretto monsignor Erasmo Napolitano, Vicario giudiziale, ha emanare provvedimenti urgenti come la nomina di nuovi giudici e l’apertura del tribunale anche nel pomeriggio, mentre a breve ci sarà anche un concorso per la nomina di un uditore.

La particolarità della situazione è confermata dai numeri: nell’ultimo anno si è avuto un aumento delle richieste di annullamento compreso tra il 7% e il 10%, con ben 787 pratiche avviate nel 2012 (207 di primo grado e 580 di secondo). Numeri che sono stati diffusi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 avvenuta ieri, alla quale ha presenziato anche il Cardinale Crescenzio Sepe.

Proprio Sepe ha provato a dare una spiegazione di tali cifre parlando del tentativo di dare risposte ai “fedeli che invocano giustizia per partecipare fino in fondo alla vita della Chiesa”. Il Cardinale ha puntato l’indice contro i tempi troppo lunghi delle cause, per i quali non è servito neanche il nuovo codice che puntava a ridurre la durata da due a un anno: “I tribunali purtroppo non sono obbedienti – le parole di Sepe -, anche se nell’ultimo periodo si sta cercando di snellire questi processi per dare un contributo migliore alle attese dei fedeli”.

Ma di strada da fare ce n’è ancora, visto che un processo di primo grado richiede tre anni e uno di secondo arriva fino a quattro anni, contro i sei mesi previsti dalla normativa. Intanto però bisogna far fronte all’aumento di richieste dovuto anche alla riduzione delle spese (525 euro per il primo grado, 100 per il secondo, 2.500 euro per l’avvocato i prezzi imposti a livello nazionale), con la possibilità anche di ottenere la dispensa totale o parziale dalle spese o la possibilità dell’assistenza gratuita da parte degli avvocati del Tribunale ecclesiastico per chi vive difficoltà economiche.

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