Le pagelle di Viktoria Plzen-Napoli

Niente impresa, il Napoli esce dall’Europa League rimediando un’altra figuraccia: la qualificazione era stata decisa nella partita di andata, ma il Viktoria Plzen l’ha messa in cassaforte con una partita agguerrita, senza concedere nulla gli azzurri e portando a casa un’altra vittoria (2-0). E dire che Mazzarri ha provato a caricare i suoi per la rimonta: lo ha fatto mandando in campo una formazione molto offensiva con Insigne e Pandev ai lati di Calaiò e la difesa a quattro.

Non è servito a niente: dopo un discreto avvio con Insigne che sembrava poter infilare la difesa ceca, il Napoli ha perso fiducia e ha iniziato ad andare in difficoltà. Colpa soprattutto di un centrocampo non all’altezza, con un Donadel inguardabile e un Behrami troppo falloso. Così nei primi quarantacinque minuti non arriva quel gol che avrebbe acceso la speranza, ma anzi gli azzurri rischiano anche di passare in svantaggio.

La ripresa parte con Inler e Cavani in campo, ma la musica non cambia: nonostante i quattro attaccanti, non si vedono chiare occasioni da gol. A segnare sono invece i padroni di casa, complice De Sanctis: il tiro di Kovarik non è certo di quelli irresistibili, ma il portiere azzurro si fa trovare impreparato. È il gol che archivia ogni speranza di rimonta: Cavani prova il tiro ogni volta che tocca palla, ma la mira non è precisa. Il Viktoria ora si diverte con una fitta trama di passaggi e al 29′ della ripresa arriva anche il raddoppio, firmato da Tecl: l’Europa è ormai andata e per il Napoli non resta che raccogliere le forze e ributtarsi a testa bassa in campionato.

Lunedì c’è l’Udinese, venerdì la Juventus: due partite, una settimana bianconera che si spera possa essere colorata di azzurro. 

LE PAGELLE DI VIKTORIA PLZEN-NAPOLI

De Sanctis 5 – Si fa passare la palla sotto il corpo in occasione del primo gol: insicuro e nervoso, non riesce più a essere decisivo. Anche tra i pali non è più lui e questo inizia a essere un problema.

Maggio 4,5 – Dalle sue parti si passa che è una meraviglia. Male in difesa, ancora peggio in attacco dove arriva sul fondo e gioca al tiro al bersaglio con i difensori avversari: li prende sempre. Non si ricorda un cross decente.

Gamberini 5,5 – Forse uno dei migliori: prova di carattere dalla quale esce anche malconcio. (dal 20′ st Cannavaro sv)

Rolando 5,5 – Mal posizionato sul secondo gol, per il resto mostra potenzialità da grande difensore: per il momento però sono solo potenzialità.

Zuniga 5,5 – Soffre troppo in fase difensiva, ma quando affonda riesce a creare qualche problema alla difesa ceca: l’asse con Insigne funziona benino, ma entrambi peccano di continuità.

Behrami 5 – Parte benino, poi inizia a fare falli in serie: ovvia l’ammonizione, così come la sostituzione nell’intervallo. (Inler 5 – Conferma di non attraversare un momento positivo: tanti palloni toccati, altrettanti sbagliati).

Donadel 4 – L’unica nota positiva della serata: difficilmente lo rivedremo indossare la maglia azzurra. Colleziona più falli fatti che passaggi riusciti. (dal 1′ st Cavani 5,5 – Entra in campo soltanto per cercare il gol personale e si vede: quando la palla capita tra i suoi piedi, il primo pensiero è la conclusione personale. Cinque gare senza reti, il digiuno si allarga, ma deve mantenere la calma e tornare a giocare per la squadra).

Dzemaili 5 – Girovaga in mezzo al campo alla ricerca dello spazio per incidere: non lo trova, si innervosisce e inizia a sbagliare tutti o quasi i passaggi.

Pandev 5 – Prova a caricarsi la squadra sulle spalle. Arretra, guadagna falli, ma gioca sempre troppo lontano dall’area avversaria ed è il primo a smettere di crederci.

Calaiò 5 – È un uomo d’area di rigore e lì di palloni giocabili non arrivano mai: si segnala solo per due falli di mano e per un’occasione nel finale di partita con il risultato ormai già andato.

Insigne 5,5 – Inizia bene, saltando difensori come birilli, poi si perde: gli avversari capiscono la sua finta e allora non passa più. Deve allargare il suo parco giocate e acquisire maggiore continuità.

Mazzarri 5 – Rinuncia alla difesa a tre per provare il tutto per tutto: la qualificazione però l’ha persa all’andata quando ha mandato la squadra alllo sbaraglio invece di provare a contenere il risultato. Terza esperienza europea che si chiude al primo scontro diretto: non sa gestire il doppio impegno, ormai è evidente.

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