Arrestati nove esponenti del clan Mallardo: tra le accuse il voto di scambio

Nove arresti, due carabinieri indagati per corruzione e l’ipotesi di voto di scambio per le elezioni provinciali del 2009: è il resoconto dell’operazione condotta dai carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il capitano ‘Ultimo’. Nel mirino degli inquirenti è il clan Mallardo: i nove arrestati sono accusati di voto di scambio, rapine, estorsioni e spaccio di droga. Le ordinanze sono state firmate dal gip di Napoli Anita Polito, su richiesta dei pm Giovanni Conzo e Maria Cristina Ribera della Dda partenopea.

Tutta l’attività del clan era decisa nell’agenzia immobiliare Sab, ora posta sotto sequestro: alla guida del gruppo c’è Domenico Pirozzi, detto ‘Mimì ‘o pesante‘, come gli inquirenti hanno potuto appurare dall’ascolto di intercettazioni e dalle dichiarazioni di alcuni pentiti.

Proprio lui in un’intercettazione telefonica del 9 giugno 2009, qualche giorno dopo le elezioni per la Provincia di Napoli, parlando con il nipote fa capire come il clan si sia adoperato per far eleggere un politico. Il boss, secondo quanto scrive il giudice nell’ordinanza, riceve richieste di piccoli favori economici e grazie a ciò riesce a gestire la compravendita dei voti. Tra i reati contestati al gruppo guidato da Pirozzi ci sono anche alcune rapine, come quella all’Unicredit di Villaricca del 10 agosto 2009 o quella del 30 ottobre nella sede dello stesso istituto a Napoli. Inoltre, i magistrati contestano anche la rapina al portavalori del centro commerciale Auchan.

Per quanto riguarda i due carabinieri del Nucleo radiomobile di Giugliano finiti sotto indagine, i magistrati ritengono che abbiano più volte chiuso un occhio con il figlio del capo del gruppo criminale: l’accusa è quella di averlo lasciato andare senza multa e sequestro del mezzo dopo averlo fermato più volte mentre guidava senza patente. Una ‘benevolenza’ che Pirozzi ricambiava recapitando regali ai due militari infedeli.

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