Circumvesuviana, anche i sindacati contro la protesta selvaggia: “Non si lascia la gente a piedi”

Una giornata di passione quella vissuta ieri dai cittadini che utilizzano la Circumvesuviana per i propri spostamenti: quasi la metà dei dipendenti si è messo in malattia, con la conseguenza che l’azienda è riuscita a garantire appena 45 corse rispetto alle 259 previste. La causa della protesta dei lavoratori è il ritardo nel pagamento degli stipendi, una motivazione più che giusta, ma che non può far certo ricadere sugli utenti tutto il peso delle difficoltà economiche in cui versa la società.

La pensa così anche Cosimo Barbato della Filt-Cgil secondo cui “non si può lasciare la gente in strada con proteste senza regole. Ma non cerchiamo colpevoli tra i lavoratori e non utilizziamo questa situazione per alimentare un conflitto tra sindacato e dipendenti. Le istituzioni hanno gravi responsabilità”.

Le colpe sono tutte dei dipendenti invece per l’azienda che parla di un “immotivato a improvviso aumento di assenze per malattia del proprio personale viaggiante” e invita i “propri dipendenti a sospendere questa innaturale forma di protesta” oppure sarà costretta a procedere nei confronti dei responsabili “a tutela del diritto alla mobilità dei propri clienti”.

Una dura presa di posizione arriva anche dalla Regione con l’assessore ai Trasporti Sergio Vetrella che condanna fortemente “quanto accaduto sulle linee della Circumvesuviana, i cui gravissimi disservizi hanno avuto come unico risultato i disagi per gli utenti e i danni economici e d’immagine a un’azienda già fortemente provata dalla crisi dovuta alle scellerate gestioni del passato. Fermo restando il sacrosanto diritto di manifestare secondo le regole – conclude Vetrella -, considerato il grande impegno della Regione per superare il momento di crisi, non risultano comprensibili le regioni di azioni che gettano discredito sull’azienda, alimentano l’esasperazione degli utenti e rischiano di vanificare gli sforzi per migliorare il trasporto pubblico della Campania“.

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