Tassa di soggiorno, albergatori sul piede di guerra

Sarà presentato oggi il primo bilancio della giunta De Magistris: un appuntamento atteso che porterà con sé anche l’introduzione immediata della tassa di soggiorno. L’amministrazione arancione ritiene il balzello necessario per far quadrare i conti e per arginare in questo modo i tagli che arriveranno dallo Stato: netta contrarietà però è stata espressa da Federalberghi che protesta soprattutto per la tempistica della tassa.

Dal pagamento della tassa saranno esclusi alberghi a una stella e Bed and breakfast, in modo da tutelare giovani e famiglie, mentre per tutte le altre strutture alberghiere l’imposta sarà di un euro a stella, fino ad arrivare ai quattro euro per gli alberghi da quattro e cinque stelle. La tassa sarà in vigore da subito anche se sarà necessario un po’ di tempo per farla entrare a regime.

Proprio la tempistica è uno dei punti più contestati dagli albergatori con Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi che in una lettera a De Magistris scrive: “Ci siamo detti disponibili a un confronto serio per delineare le modalità di riscossione, la tempistica, l’entità del tributo e il suo utilizzo. Applicare la tassa da subito per un importo di un euro a stella è una follia che solo Comuni che hanno una consolidata vocazione turistica, in termini di servizi, immagine e efficienza dei punti di accoglienza hanno adottato“.  Gli albergatori sono pronti anche a passare dalle parole ai fatti: “Le nostre aziende associate – afferma Naldi – sono pronte a declassificarsi se verrà introdotta la tassa senza una preventiva condivisione”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Antonio Lettera, membro del consiglio direttivo di Confindustria Aica, che conviene con il sindaco sul fatto che tutte le grandi città hanno introdotto la tassa di soggiorno, ma contesta la modalità con cui la tariffa verrà imposta che va a togliere ulteriori margini di guadagno a un settore già in difficoltà.

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