I rifiuti e lo spettro dell’emergenza

Più ci avviciniamo all’estate e più si paventa il rischio di una nuova emergenza rifiuti per la provincia di Napoli. La chiusura di Chiaiano lo scorso Dicembre e quella improvvisa e tempestiva di Cava Sari a Terzigno qualche giorno fa, potrebbero mettere in crisi il già labile e delicato sistema di gestione dei rifiuti nella provincia di Napoli. I comitati vesuviani, da anni in lotta per la chiusura dell’ecomostro, hanno poco da essere contenti, poiché la chiusura dell’invaso alle falde del vulcano (che nelle previsioni di Provincia e Regione dovrebbe vivere fino al 2013) è soltanto temporanea e funzionale a lavori di copertura dell’invaso ormai saturo ed estrazione del biogas. Tempo qualche settimana in sostanza e verrà realizzata una nuova piazzola, che dovrebbe ospitare altre 250mila tonnellate della frazione secca tritovagliata dei diciannove comuni della zona rossa vesuviana, nei quali però si registrano comunque, in alcuni casi, percentuali notevoli di raccolta differenziata. Per far fronte all’improvvisa mancanza di un luogo dove sversare, si è paventata l’ipotesi di una riapertura eccezionale della discarica di “Paenzano 2” a Tufino. Non si tratta di aperture di nuove discariche ma di soluzioni tampone, che andrebbero ad alleviare la mole di rifiuti che attualmente continua ad arrivare nell’impianto Stir di Giugliano e che potrebbe andare al collasso, se non si trovano soluzioni in tempi brevi. La soluzione in sostanza sta nell’apertura di una o più discariche che potrebbero evitare di nuovo l’accumulo dei rifiuti in strada, Ebbene si, torna l’incubo di poter rivivere le stesse scene dell’anno scorso e degli anni precedenti ancora. Incubo quasi sistematico, nel momento in cui nascono forze di opposizione cittadina nel luogo scelto per l’apertura di una nuova discarica. In questo senso Cava Castagnaro potrebbe diventare l’ago della bilancia per la risoluzione del problema. Scatta la situazione d’emergenza e di conseguenza si potrà andare in deroga a tutto, Bertolaso docet.

Passano gli anni ma nulla cambia. L’unica cosa a cambiare è la data sul Piano Regionale dei Rifiuti della Regione Campania. Di anni ne son passati diciotto, ma la situazione è sempre la stessa. In realtà resta la stessa per Napoli e provincia, anche se su Napoli qualcosa inizia a muoversi grazie al lavoro di Raffaele del Giudice, scelto da De Magistris come Presidente dell’Asia. In questo arco di tempo enorme, le altre province della Campania (ed anche molti comuni della stessa provincia di Napoli) si son date da fare, mettendo in modo cicli virtuosi e cercando di essere quanto più indipendenti possibile. Emblematico che l’Asia di Napoli debba portare la sua frazione umida a Padova (pura al 98% secondo quanto detto da chi gestisce l’impianto di compostaggio), al costo di 165 euro a tonnellata, quando basterebbe aprire il sito di compostaggio di San Tammaro, mai andato in funzione. Luci ed ombre di una mentalità di gestione, che meglio di non poteva produrre che questo piano dei rifiuti, alquanto simile a quelli degli anni precedenti in cui discariche ed inceneritori sembrano l’unica alternativa realizzabile, nonostante si parli anche di raccolta differenziata, che se portata a livelli alti, potrebbe già contribuire ad una sensibile diminuzione della produzione di rifiuti e della necessità di aprire nuovi fossi “mangia monnezza”.

Verso il corteo di venerdì prossimo. In queste ore prosegue frenetica l’attività di sensibilizzazione da parte di tutti i comitati ambientalisti che hanno deciso di riunirsi in corteo venerdì prossimo 25 Maggio alle ore 15 a Piazza Matteotti (sede della Provincia di Napoli) e portare il loro dissenso fin sotto la Regione Campania. I cittadini stanchi delle solite politiche di gestione e che da anni promuovo di politiche alternative per i rifiuti, a differenza di chi dice che si limitano solo a dire no, hanno deciso di chiedere l’annullamento del Piano Regionale dei Rifiuti e la tanto auspicata svolta verso sistemi di gestione diversi. E’ fondamentale che la Regione Campania rompa quel legame con le lobby dell’immondizia ed apra alle istanze dei cittadini che lei stessa amministra e continua ad avvelenare, reprimendo sempre allo stesso modo ogni qualsiasi forma di dissenso.

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