Quarto sul piede di guerra

Notte insonne per tanti cittadini quartesi sulla cui testa, improvvisamente e dopo alcuni barlumi di speranza, si paventa in maniera devastante l’incubo discarica. Stavolta però sembra essersi manifestata in maniera chiara la volontà della Regione Campania di aprire il buco ingoia rifiuti di cava Castagnaro. Ieri, non appena si è diffusa la notizia riportata da alcuni giornali e telegiornali nazionali, dell’imminente arrivo dei tecnici per la realizzazione dei carotaggi, il movimento di protesta è sceso in strada. Nei cittadini panico e rabbia, si sono alternati in maniera velocissima, dopo che qualche settimana fa, ci fu l’apertura del Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, verso la possibilità di ospitare in luogo di una discarica, una “soluzione alternativa”, come ad esempio un’isola di raccolta del multi materiale.

Dalle parole ai fatti. Giusto qualche ora e la città si è messa in moto attuando, nella notte, una serie blocchi stradali per chiudere l’accesso alle vie principali, per far capire a chi decide, che i cittadini sono sempre sull’allerta e che in questi quattro mesi non hanno mai abbassato la guardia. Chiusa la Montagna Spaccata anche in direzione Pianura e per qualche ora della mattina, anche l’uscita del raccordo della SS7 Quater e via Grotta del Sole, in direzione di Monteruscello, dove è presente stabilmente l’altro presidio a guardia del territorio. Alcuni disagi si sono riscontrati anche nella circolazione dei treni sulla linea della metropolitana per Pozzuoli. Persiste il blocco alla Montagna Spaccata, sede invece dell’altro presidio d’accesso alla cava, mentre sono stati liberati spontaneamente dai manifestanti gli altri due blocchi.

La protesta entra adesso nel vivo e vista la ferma volontà delle istituzioni di imporre questo mostro ambientale, si prospetta lunga ed estenuante. Già in passato, in altre città della provincia di Napoli, abbiamo assistito ad azioni molto forti sia da parte dei manifestanti, sia da parte delle forze dell’ordine, che spesso hanno utilizzato la forza anche quando non sarebbe stato necessario, come dimostrano i recenti fatti di Bacoli, in occasione della protesta contro alcuni abbattimenti.

Interessi al posto della salvaguardia della salute dei cittadini. È questa l’impressione che si ha, osservando in che maniera le istituzioni in questi anni si sono occupate dell’emergenza rifiuti in Campania. Inchieste della magistratura, documentari e libri, hanno messo in luce un meccanismo malefico, che sistematicamente ha distrutto intere aree, utilizzandole in modo totalmente opposto dalla loro reale vocazione. Pisani, Boscoreale, Terzigno, Chiaiano, Taverna del Re, Acerra…elenco di luoghi in cui la natura è stata compromessa e la vita trasformata in malattia, morte e sofferenza. Adesso è il turno del Castagnaro, altro luogo di natura, che potrebbe vedere presto la sua fine. Perché non esistono discariche pulite, esistono invece malaffare, collusione e sete di denaro. Realtà diverse ma vicine in tutti i sensi e che non mancano di aiutarsi reciprocamente; nel pomeriggio è prevista infatti a Quarto, la visita di un nutrito gruppo proveniente da Chiaiano, in attesa che domani, la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica indetta in Prefettura, emetta definitivamente la sentenza di morte per il Castagnaro, nella totale inefficienza del sindaco di Quarto Giarruso, per il quale sembra quasi che la questione discarica non sia più affare suo.

Un sorriso quasi surreale viene fuori dalla bocca quando senti parlare le persone che vivono qui, che per un ciliegio o un castagno potato fuori stagione, rischiano multe salate da parte della forestale e che ora si vedono imporre dalle istituzioni, con tanto di schieramento in assetto di guerra da parte delle forze di polizia, una discarica che distruggerebbe per sempre le loro terre. Figli sfortunati di uno Stato, che se vuole può anche obbligarti a cedere la tua terra, mediante l’uso della forza. Nel frattempo per sabato prossimo è previsto un nuovo corteo di protesta, dopo il primo dell’anno scorso con diecimila persone per la cava Spinelli ed il secondo del mese scorso, nel quale sono scesi in piazza ventimila cittadini. Speriamo solo che il buon senso alla fine possa prevalere e che si inizi a guardare ai rifiuti napoletani con occhi diversi, senza che ogni sacchetto di spazzatura, abbia sempre il suono tintinnante della moneta.

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