Il CAM protesta contro le istituzioni e manda al rogo le sue opere

Lo aveva detto e l’ha fatto. Antonio Manfredi, direttore del CAM museo di arte contemporanea di Casoria, ha iniziato a bruciare le opere in segno di protesta contro l’indifferenza delle istituzione sulla difficile economica della struttura. Un atto di protesta estrema che è iniziato martedì 17 e che continuerà ogni giorno, gettando al rogo un’opera diversa.

All’interno del museo di arte contemporanea, presente nell’hinterland di Napoli, sono presenti 1.000 opere firmate da artisti internazionali. La prima ad essere bruciata è stata una tela della francese Severine Bourguignon che ha assistito alla distruzione della sua opera connessa tramite skype. Oggi il turno è toccato all’artista partenopea Rosaria Matarese che ha bruciato con le proprie mani il suo lavoro. Domani, invece, toccherà ad una fotografia del greco Filippos Tsitsopoulos. Ogni giorno fino alle 18.00 il direttore Manfredi attenderà un gesto o un segno dalle istituzione e se così non sarà, continuerà a bruciare opere. Gli artisti, quasi tutti di stranieri, assisteranno direttamente al gesto di protesta oppure saranno collegati via web come John Brown dal Galles, Qing Yue dalla Cina, Josè D’Apice e molti altri che hanno condiviso questa iniziativa.

La cultura non può continuare ad essere il capro espiatorio della recessione economica. In un’Italia dove si assiste quotidianamente allo sperpero del denaro pubblico, la latitanza del Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo Doris Pack, del Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi e del Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro sulle problematiche culturali è scellerata. – ha fatto sapere Antonio Manfredi tramite un comunicato – I musei non possono sopravvivere da soli e questo dovrebbe saperlo anche il Ministro Ornaghi. O si cambia strategia e si decide sul serio di investire nella cultura e per la cultura, oppure è meglio distruggere con il fuoco quello che è ignorato”.

Si tratta della seconda protesta messa in atto dal CAM. Prima di bruciarle le opere erano state tutte coperte a lutto per non essere più visibili ai visitatori, con CAMouflage. Purtroppo le grandi criticità che affligono il CAM sono diffuse come una malattia contagiose nell’arte moderna.

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