Grazie Napoli

Impressionante. Tutto ciò che si è vissuto ieri sera al San Paolo non troverebbe le giuste parole per essere descritto. Sessantamila tifosi, lo stadio illuminato, il Napoli che sfida il Chelsea in una partita che ha il sapore della storia. Qualcosa di epico, che rimarrà nella memoria di tifosi, tecnici, calciatori, giornalisti ed addetti ai lavori di mezzo mondo. Ieri sera gli occhi del calcio che conta erano puntati tutti su Napoli, su un gruppo di “folli” che all’inizio questa magica avventura europea, hanno avuto quel pizzico di orgoglio misto a presunzione, dicendo che si poteva andare oltre il girone infernale e provare ad affrontarle tutte, giocandosi a viso aperto ogni partita, a prescindere da chi fosse l’avversario di turno. Ed è così che ti ritrovi ad aver affrontato la corazzata Bayern, il Manchester City, il Villareal ed addirittura il grande Chelsea e avere ancora la piena consapevolezza che la tua avventura non è finita. Restano ancora novanta minuti da giocare in terra inglese, novanta terribili minuti che potrebbero portare il Napoli ancora più in alto. Ma il futuro prossimo del Napoli è una storia ancora tutta da scrivere. Adesso c’è il presente da dover analizzare. Un presente fatto di emozioni che spaccano le coronarie, fatto di boati che esplodono nella notte di Fuorigrotta come bombe. Esplosioni di gioia che stordiscono anche i freddi ed impassibili ospiti d’Oltremanica.

Un San Paolo perfetto. La grande notte di gloria partenopea era nell’aria. Allo stadio si respirava un clima positivo già qualche ora prima della partita. Lunghe file per entrare, senza contare la settimana di preparazione per la realizzazione della coreografia. Un lavoro di organizzazione culminato nell’unico grande grido esploso con una rabbia micidiale dai polmoni dei sessantamila, che hanno intonato tutti insieme le ultime due parole della musichetta che tutti amiamo: “the Champioooons”. Un esplosione vocale che ha impressionato tutti, dai giornalisti ai raccattapalle e che ha già fatto il giro del mondo, perché solo a Napoli si poteva organizzare una cosa del genere, perché solo Napoli quando vuole, sa incantare e far innamorare di se. Il resto, ovvero tutto quello che è accaduto dopo la musichetta sembra esser stato un naturale epilogo ad un preludio da sogno. Il campo ieri sera ha restituito un Napoli gigante che a ritmo di Blues, ha tramortito il Chelsea, passato fortunosamente in vantaggio, a causa di una svirgolata maledetta di Capitan Cannavaro, che per fortuna non ha subito nessun contraccolpo psicologico. Paolo al contrario, ha reagito d’orgoglio e come tutti i suoi compagni, ha tirato fuori la grinta necessaria per distruggere la corazzata inglese. Tutti bravi, tutti bellissimi da vedere li che aggredivano, mordevano alle caviglie e poi le ripartenze, belle come solo quelli del reparto avanzato sanno fare. Cavani grinta e cuore, Hamsik, Inler e Gargano tutto fiato, ruba palla e ricostruisci. Poi c’è lui…un fulmine venuto da una terra a noi tanto cara, che corre testa bassa, palla al piede, dribbla, sguscia via e quando riesce la butta anche dentro. Ezequiel Lavezzi da ieri sera è entrato di diritto nell’olimpo del calcio che conta. Non che il Matador o Marechiaro, o ancora Maggio non possano starci per carità, ma ieri sera è stata la notte del Pocho in stato di grazia, coadiuvato dai compagni di reparto anch’essi che viaggiavano per sfere celesti. Peccato non aver visto lo show di Mazzarri in piedi davanti la sua panchina, ma possiamo esser contenti per il suo vice che si è goduto una notte da prima linea vera e propria.

Tutto bene quel che finisce bene potremmo dire a questo punto, per coronare la favola che si è vissuta ieri sera.
Il Napoli in questo momento è davanti ad una linea e sta per valicarla, tornare dall’Inghilterra con il passaggio del turno in tasca, sancirebbe forse il punto di non ritorno sulla strada della gloria sportiva. Perché in fondo tutti i soldi di questo folle calcio, non potranno mai ripagare le emozioni forti di ieri sera, di quelle che ti gonfiano gli occhi e ti stringono il cuore. Fortunatamente a Napoli il cosiddetto “calcio moderno” non ha attecchito ancora del tutto. Esistono ancora delle tradizioni e dei valori che si fondono nelle emozioni di una serata come questa appena trascorsa e per la quale forse non servono troppe parole. Sono emozioni si devono semplicemente vivere. Grazie Napoli!

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