Sequestro petroliera Enrico Ievoli, ancora nessuna notizia

Ancora nessuna notizia dalla Enrico Ievoli, la petroliera che ieri mattina intorno alle 5 (ora italiana) è stata assaltata dai pirati al largo delle coste dell’Oman. A bordo 18 persone, di cui 6 italiani, 5 ucraini e 7 indiani. Le ultime notizie risalgono a ieri mattina, quando i pirati hanno concesso una breve, brevissima telefonata all’equipaggio per rassicurare le proprie famiglie: “Stiamo bene” le uniche parole proferite. Indignati i commenti a caldo dei parenti dei sequestrati, in primis quelli della moglie del comandante Domenico Musumeci, Rita: «È una vergogna. Nessuno di questo Stato ci ha chiamato o si è fatto sentire. Loro stanno al caldo, con le loro famiglie. Cosa gli interessa di noi?». «È assurdo – prosegue – che a darmi le notizie siano i giornalisti. Dalla Farnesina non ci informa nessuno. E i familiari degli altri componenti l’equipaggio sono esattamente nelle mie condizioni. In casi simili – dice – anche solo una parola di conforto è d’aiuto».

Intanto sul sito della Marnavi Spa, l’azienda napoletana proprietaria della Enrico Ievoli, una nota ufficiale ha assicurato: “La Farnesina ha affiancato prontamente la Marnavi nella gestione della crisi, rendendo disponibile l’esperienza accumulata in precedenti analoghi eventi conclusi con pieno successo. L’unità di crisi della Marnavi è in attività 24 ore su 24. Le linee di comunicazione restano continuamente aperte in attesa di eventuali contatti da parte dei sequestratori e con le famiglie di tutti i marittimi imbarcati”.

Nonostante non si abbiano ancora nuove notizie ed informazioni sulla situazione, gli armatori sono convinti che in capo a qualche giorno i pirati si faranno vivi, quanto meno per richiedere determinate condizioni nelle trattative di rilascio. «Il comandante Musumeci è uomo di grande esperienza in cui la Marnavi ripone la massima fiducia, capace di mantenere l’ordine e la calma a bordo. Inoltre è al comando delle nostre navi dal ’93». Vincenzo Musumeci, figlio 24enne del capitano, spiega: «Ci aveva mandato ieri un’email per farci gli auguri di Natale e per dirci che stavano per ripartire e che la situazione era tranquilla. Ma mio padre sapeva i rischi di quella rotta. Aveva sempre detto che sarebbe potuto succedere. È un comandante esperto e non ha mai voluto rifiutare gli incarichi della società a compiere quella tratta».

Gennaro Ievoli, vicepresidente della Marnavi è deciso porre quanto prima una risoluzione al caso: «Ce la faremo a portarli a casa, ciascuno di loro, senza neanche un graffio. È la nostra missione, ci conoscono e non molleremo l’osso facilmente. Il materiale è di scarso valore – specifica Ievoli – ed è difficile da sottrarre. Probabilmente tutto è a scopo di estorsione».

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