Ieri sera il ciclo Rebellio Patroni di Paolo Consorti ha toccato anche la città di Napoli con una performance realizzata dall’attore comico Giobbe Covatta. La piece è stata promossa dal Museo Madre in collaborazione con il Museo del Tesoro di San Gennaro ed è intitolata proprio “Rebellio Patroni – Il miracolo di San Gennaro”. Dopo il ritardo logistico di Covatta per un errore di binario, che da Roma lo ha condotto a Milano anziché a Napoli, la performance comincia partendo proprio dal Museo del Tesoro della città, per poi snodarsi a mo’ di processione lungo via Duomo fino ad arrivare a Largo Donnaregina.
Covatta, che è abbigliato come un patriottico San Gennaro, con tanto di abito talare in tricolore e l’immancabile copricapo bardato di pietre simil-preziose, conduce il corteo di spettatori sotto la pioggia lungo le strade della città brandendo un megafono e raccogliendo sacchetti di immondizia da portare con sé per realizzare il miracolo atteso. Dietro di lui, un carretto con un presepe e con su l’immagine iconica del comico in veste vescovile.
Una volta giunti nel chiostro della chiesa di Donnaregina vecchia, Covatta-San Gennaro prende i sacchetti dell’immondizia raccolti durante la processione ed opera finalmente il miracolo trasformandoli in oro. L’annunciazione della raccolta differenziata diventa così il pretesto per raccontare una parabola ironica sul rapporto fra istituzioni e popolazione, fra i reali bisogni della gente comune, che sogna una città pulita, e gli interessi economici delle maestranze.
Rebellio Patroni è un progetto artistico-culturale estremamente ironico ideato da Consorti, realizzato in concomitanza con il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia, e che mira a realizzare un ciclo di performance operate dai patroni delle singole città italiane per denunciare la situazione attuale di un paese sì bellissimo, ma vittima del fato politico avverso. L’evento partenopeo succede a quello già realizzato a Venezia in occasione della Biennale dove Elio delle Storie Tese ha interpretato San Francesco.
