Tragedia a Pollena Trocchia, ragazza muore travolta da un fiume di fango

Dopo il Lazio, la Campania: il maltempo continua a provocare vittime in Italia. Dopo il 32enne annegato in uno scantinato a Roma, ieri notte una ragazza di 23 anni ha perso la vita, travolta insieme alla sua auto da un fiume di fango a Pollena Trocchia, comune alle falde del Vesuvio. La vittima è Valeria Sodano, residente a Pomigliano D’Arco, mentre un’altra ragazza che era insieme a lei è riuscita a mettersi in salvo, riportando varie contusioni e un forte choc.

La tragedia è avvenuta verso l’una di notte: le due ragazze si trovavano in Via del Cimitero e stavano facendo ritorno a casa a bordo dell’automobile, una Y10, quando si sono ritrovate circondate da una colata di fango proveniente da via Apicella, una ripida discesa che si è trasformata in un fiume d’acqua e detriti.

Le due ragazze sono scese dalla vettura, probabilmente per cercare aiuto e individuare una via di fuga e a quel punto il fiume di fango ha spinto Valeria sotto l’automobile. La ragazza è rimasta incastrata e lì è deceduta probabilmente per annegamento; l’altra ragazza è invece riuscita a mettersi in salvo aggrappandosi al cancello di una vicina scuola elementare. Proprio lei ha allertato gli abitanti della zona che hanno provato a rianimare inutilmente Valeria: per lei la corsa alla clinica Villa Betania di Napoli è stata inutile.

A raccontare come sono andati i fatti è stato Rosario M., guardia giurata, tra i primi a tentare di salvare le due ragazze: “Ho sentito gridare aiuto – racconta – mentre stavo a letto: affacciandomi al balcone ho visto un’auto coperta per metà da un fiume spaventoso di acqua e detriti e poi ho notato la ragazza aggrappata al cancello che invocava aiuto. Dell’altra giovane ce ne siamo accorti solo dopo un po’ di tempo, quando il livello dell’acqua si è abbassato e da sotto la macchina è emerso un giubbotto scuro. Insieme ad altre persone abbiamo sollevato l’auto e abbiamo visto il corpo della ragazza. L’abbiamo tirata fuori e provato a rianimarla prima dell’arrivo dell’ambulanza, ma non c’è stato niente da fare. La forza dell’acqua era così forte che ad un certo punto ho temuto anche per me”.

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