Sequestrato il Trianon, debiti per oltre 3 milioni

Nessuna risoluzione per le sorte del Teatro Trianon, il teatro del popolo di Forcella. É infatti scattato il sequestro cautelativo della struttura a seguito di una istanza da parte di un creditore che vanta circa 60mila euro sulla società. I conti parlano chiaro: il Trianon è in rosso di oltre 3 milioni di euro, ma nessuno, neanche gli enti istituzionali che posseggono quote della società sembrano interessate a risolvere la questione. Ed anzi, forse, il caso più eclatante è stato quello della Provincia che ha cercato di disfarsi del proprio 40% di azioni proponendole all’interno di un’asta pubblica che, per ironia o disinteresse della sorte, si è conclusa in un niente di fatto in quanto non vi erano acquirenti.

Anche al detentrice del restante 60% delle quote, la Regione, sembra non essere particolarmente interessata alle sorti del teatro del popolo, ma intanto si teme che ben presto anche gli altri creditori avanzeranno pretese nei confronti del Trianon: basta pensare che solo di taxi ci sono debiti per 30mila euro, a causa della scelta poco felice di convenzionare un garage a Porta Capuana ed offrire un servizio navetta taxi.

Restano però i dipendenti, che non ricevono stipendio da luglio scorso e che, in accordo con i sindacati, avevano richiesto un incontro con il consiglio di amministrazione del teatro per meglio definire futuri piani aziendali, ma il tutto si è risolto in un niente di fatto. La Regione, dal canto suo, fa però sapere che ci sono 1 milione e 100mila euro stanziati per il Trianon ma che, per un motivo o per un altro, e probabilmente sempre per ironia o disinteresse della sorte, non riescono ad essere sbloccati e a tamponare la situazione.

Il sogno di un teatro del popolo, uno dei più antichi e, forse, il più amato della città, resta ancora un miraggio, come un miraggio è il cartellone della nuova stagione che doveva essere presentato lo scorso 4 settembre e del quale non si è saputo più nulla. Evidentemente, come qualcuno disse, “con la cultura non si mangia” e quindi, perchè preoccuparsi se nuovamente cala il sipario su di un posto che è parte integrante della storia e della cultura di un popolo?

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