Il Napoli non segna più: i tre tenori steccano ancora

Doveva essere il punto di forza del Napoli: dopo quattro partite l’attacco azzurro è già sotto accusa. Sei gol nelle prime quattro partite, da 220 minuti in bianco: Hamsik, Lavezzi e Cavani non hanno ancora preso a girare a dovere. Certo, se si esclude il gol di Campagnaro, tutte le reti dei partenopei portano la firma dei tre tenori, ma lì davanti c’è qualcosa che non gira. Nessun tiro in porta contro il Chievo, quando Lavezzi era stato solo spettatore e Cavani e Hamsik erano stati impiegati part time; non è certo andata meglio contro la Fiorentina, sfida in cui i tre pezzi pregiati dei partenopei sono stati tra i peggiori in campo.

Cosa succede al trio delle meraviglie? La spiegazione è semplice, quanto preoccupante: tutte le squadre ormai si aspettano i guizzi dei tre tenori, tutte sanno che, bloccato il tridente, il Napoli perde di pericolosità.

Mazzarri è riuscito a dare una fisionomia ben precisa alla squadra, ma questo è un merito che porta con sé anche due grandi limiti. Il primo è proprio nel fatto che tutte le azioni più pericolose passano per i tre là davanti: se non sono in giornata, il Napoli non va da nessuna parte (soprattutto se alla partita sotto tono degli attaccanti si aggiunge anche Inler).  Il secondo limite è  nella prevedibilità del gioco azzurro: o il Napoli gioca a mille, superando gli avversari sulla condizioni fisica (cosa difficile visto che si gioca ogni tre giorni), o diventa facilmente bloccabile.

Ecco che allora servono soluzioni nuove: al tecnico azzurro tocca il compito di introdurre novità nei meccanismi di gioco del Napoli. Dopo due anni e mezzo è arrivato il momento di provare a variare qualcosa e quest’anno ci sono anche gli uomini e le condizioni per farlo: un Zuniga in grande spolvero merita di giocare con più continuità, mentre potrebbe essere arrivato il momento per provare a lanciare la difesa a quattro. Servono idee nuove per rendere nuovamente imprevedibile il gioco azzurro: fino a questo momento Mazzarri è riuscito a rendere straordinaria una  formazione normale, puntando sui tre campioni che ha a disposizione. Ora che ha tra le mani “la rosa più completa” della sua carriera, deve riuscire a restituire imprevedibilità a un gruppo che da due anni sta sorprendendo tutti.

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