Partirà sabato 10 settembre alle ore 17 dall’ingresso principale del bosco di Capodimonte la fiaccolata per ricordare Antonio, la cui giovane vita è stata stroncata in circostanze ancora tutte da chiarire. Parenti e amici animeranno il corteo lungo i viali alberati dello stesso parco che è stato lo scenario muto della tragedia, in merito alla quale i familiari chiedono verità e giustizia. Una prima tappa verso la verità sarà probabilmente segnata dai risultati dell’autopsia eseguita sul corpo della vittima la settimana scorsa e che saranno resi noti solo tra una quindicina di giorni: la perizia del medico legale potrà finalmente stabilire se la morte del ragazzo sia dovuta ad una caduta accidentale nel dirupo o se invece Antonio sia stato ucciso.
Antonio Barbatelli, 20 anni, si era recato nel bosco nel pomeriggio del 24 agosto scorso, come era solito fare per praticare jogging e tenersi in allenamento. In serata i familiari avevano cominciato a preoccuparsi non vedendolo rientrare e ne avevano denunciato la scomparsa.
Un’attesa lunga tutta la notte e poi, al mattino, la tragica scoperta: il suo cadavere, riverso in un burrone, profondo una decina di metri, al limite di uno dei viali del parco, è stato rinvenuto da una pattuglia di poliziotti a cavallo durante un giro di perlustrazione. Mercoledì 31 agosto si sono svolte le esequie. In un primo momento si era pensato ad un incidente, una caduta durante la corsa in un punto pericoloso per la presenza di un dirupo non recintato, negligenza e trascuratezza che è costata l’imputazione di incuria ad uno dei funzionari della Soprintendenza.
Ma non è esclusa l’ipotesi che si sia trattato di un omicidio: a parte la maglietta strappata, che comunque potrebbe essersi danneggiata durante la caduta, mancano i 20 euro con i quali Antonio era uscito e che non sono più stati trovati nelle sue tasche. Morire a 20 anni per una rapina di 20 euro sarebbe proprio la verità a cui nessuno vorrebbe rassegnarsi.
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