I pirati rilasciano il mercantile Anema e Core

E’ tornato in libertà ieri sera, rilasciato intorno alle 22.30 dai pirati che hanno abbandonato la nave, il mercantile Anema e Core, della flotta RDB (Rizzo – Bottiglieri – De Carlini Armatori S.p.A.) , società di armatori di Torre del Greco. Termina dunque l’angoscia dei familiari dei 23 uomini dell’equipaggio, fra i quali gli italiani Cosimo La Forgia, 58 anni, di Molfetta, primo ufficiale, e Jacopo Carluccio, 22enne di La Spezia, allievo ufficiale, mentre il resto della ciurma è composto da filippini e dal comandante, di nazionalità rumena. Da quest’ultimo giungono notizie confortanti sullo stato di salute degli uomini che, fa sapere, stanno tutti bene: l’imbarcazione naviga ora verso una postazione sicura.

La motonave cisterna, che trasporta gasolio per autotrazione, era stata sequestrata da tre pirati nella notte tra il 23 e il 24 luglio al largo delle coste della Nigeria, a circa venti miglia a sud di Cotonou nella Repubblica del Benin, e da allora non c’erano stati più contatti con l’equipaggio. L’allarme era stato lanciato nella stessa notte, ore 2:40, attraverso il sistema automatico (Sas) e, una volta ricevuto dal comando generale delle Capitanerie di Porto, aveva subito allertato l’Unita’ di Crisi della Farnesina.

Nonostante le dichiarazioni di Giuseppe Mauro Rizzo, Amministratore delegato della RDB, che aveva espresso tranquillità rispetto allo stato di salute degli imbarcati deducendolo dal fatto che non arrivassero notizie diverse, la preoccupazione per il destino dei marittimi in ostaggio è stata alta, poiché per altre due imbarcazioni italiane sequestrate da pirati somali lo stato di prigionia permane ancora oggi: la petroliera “Savina Caylyn” della società napoletana Fratelli D’Amato, il cui equipaggio è composto da 22 persone di cui 5 italiani, è nelle mani dei predoni del mare dall’8 febbraio, così come la motonave italiana “Rosalia D’Amato”, presa d’assalto il 21 aprile e, al momento, localizzata alla fonda a Nord di Mogadiscio.

Questa volta, per fortuna, si è trattato di un sequestro-lampo: lo stesso amministratore della compagnia torrese si è complimentato per il coraggio e la professionalità con cui l’equipaggio ha affrontato l’emergenza ed ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto da terra, ringraziando il Comando Generale delle Capitanerie di porto e l’Unità di Crisi della Farnesina per l’efficienza e la tempestività con cui è stato gestito l’evento, nonché per il costante contatto mantenuto con la Società armatrice e le famiglie dell’equipaggio.

 

 

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