Napoli: i miltari-spazzini in anticipo rispetto a quanto previsto

L’emergenza ambientale a Napoli e Provincia comincia ad aggravarsi seriamente ed allora scendono in campo i militari, in anticipo rispetto ai tempi di attuazione della strategia, oramai collaudata, del Presidente Berlusconi che, sorprendendo anche gli amministratori locali, manda di nuovo l’esercito a Napoli per far “sparire” la spazzatura che giace in strada.  Ed anche per questa ennesima crisi si applica ormai uno schema collaudato e di grande effetto. Ma la situazione resta sull’orlo del baratro perchè gli impianti sono quasi al collasso e tra qualche giorno non si saprà più dove sversare. La discarica di Chiaiano ha riaperto, ma non potrà funzionare ancora a lungo e lo stir di Giugliano continua a lavorare a rilento, essendo anch’esso quasi saturo. Una situazione drammatica alla quale sembra difficile trovare una soluzione, visto che le ipotesi paventate di riapertura di Taverna del Re a Giugliano sono state subito bocciate dal Presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Non sembra aver riscosso molto successo anche l’ipotesi di riapertura del sito del Pantano ad Acerra, terra già martoriata quotidianamente da quello che con coraggio ci si ostina a chiamare Termovalorizzatore.

Altro problema tecnico che rallenta ulteriomente la rimozione dei rifiuti dalle strade è che i mezzi in dotazione all’esercito possono trasportare solo quattro tonnellate di rifiuti ciascuno. Ne consegue che tra quello che quotidianamente si produce (ieri record con duemila tonnellate solo a Napoli) e quello che si prende con i camion, la spazzatura resterà in strada ancora per un pò, in attesa che arrivi la solita solidarietà dalle altre Province della Campania e da qualche altra Regione italiana. Insomma, dobbiamo aspettare l’ennesima opera caritatevole di qualche buon amministratore locale, che dovrà aiutare i “soliti napoletani” invasi dalla spazzatura.

Se a Napoli le cose dovrebbero cominciare a migliorare, lo stesso non può dirsi per la sua provincia (ed in particolar modo per i Cmapi Flegrei) che, per il momento, continua ad andare avanti con un conferimento davvero minimo in discarica. Basta fare un giro per le strade di Quarto e Pozzuoli per rendersi conto della situazione, che in questi paesi raggiunge i più alti picchi di criticità, con distese di immondizia davvero imponenti.

Una situazione quasi paradossale, che non sembra poter essere risolta a breve, nonostante il tanto annunciato intervento miracoloso dell’esercito, che potrà sì togliere l’immondizia dalle strade e nascorderla da qualche parte, ma che di fatto non risolve a monte una situazione che va avanti da anni, passando da un’ emergenza all’altra, facendo perdere stima e fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini. Molti di questi, che ormai da anni stanno studiando il problema, si son guardati attorno per vedere al di fuori della Campania come si sono organizzati gli altri comuni e si sono resi conto che soluzioni concrete esistono e prevedono la doppia compartecipazione delle istituzioni e della cittadinanza.

A Napoli e provincia, i cittadini sono ormai pronti per nuovi tipi di gestione dei rifiuti, che passano per raccolte differenziate porta a porta, riciclo e riutilizzo dei materiali ed esempi come quello di Portici (ma anche molti altri comuni del vesuviano e non solo) stanno iniziando a svilupparsi a macchia d’olio, ma a Napoli no. Una peculiarità tutta nostra e che poi tanto misteriosa non è, eppure se i cittadini sono pronti, come mai non lo sono le istituzioni?

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