L’assessore ai Trasporti della Regione Campania, Sergio Vetrella, spiega i motivi della stangata subita da biglietti di autobus e metropolitane. Varie le ragioni, dal solito debito, che a Napoli ormai sembra investire ogni settore pubblico, fino al paragone con altre città d’Italia: “siamo comunque i più economici in tutto il Paese”. L’assessore Vetrella esordisce affermando: “Mi è sembrato corretto e doveroso informare tutti quelli che mi hanno scritto e che mi stanno continuando a scrivere in questi giorni sulle reali motivazioni che sono alla base della decisione che Regione, Province e Comuni hanno dovuto prendere concordemente in merito alle tariffe del sistema UnicoCampania”. In primis vi sarebbero “perdite per ben 18 milioni di euro complessivi l’anno, cifra che va ad aggiungersi ai già disastrati bilanci, che abbiamo purtroppo trovato, ad esempio, nelle aziende di proprietà regionale a causa di sprechi e cattive gestioni”.
Eppure il biglietto UnicoNapoli è aumentato di soli 10 cent, da 1,10 euro agli attuali 1,20, “a Palermo il biglietto costa 1,30, mentre a Genova, addirittura, 1,50“, spiega ancora l’assessore. Paragoni sensati, se si esula dall’esclusione di comuni vicini al territorio partenopeo, come San Giorgio a Cremano o Portici, dalla fascia Unico Campania, che di fatto non esiste più: gli studenti del vesuviano dovranno raggiungere l’università sborsando 1,60 euro, per una corsa in treno che va dai 10 ai 15 minuti. Ai più la giustificazione di Vetrella è parsa priva di fondamenta: la maggior parte dei cittadini che il prossimo 9 aprile intende manifestare contro gli aumenti è concorde con l’idea che il debito sarebbe già risanato se vi fossero più controlli in grado di garantire che tutti convalidino il proprio biglietto.
In sostanza, i portoghesi (termine gergale per indicare una persona che usufruisce di un servizio senza pagarlo) che prima non pagavano 1,10 euro, di certo non sborseranno 1,20 euro. Una stangata, quindi, che colpisce sempre i soliti onesti cittadini.
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