Unità d’Italia, festeggiamenti all’insegna delle polemiche nel sito archeologico di Liternum

Festeggiamenti all’insegna delle polemiche a Giugliano in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia. Nel mirino di movimenti e forze politiche è finito lo spettacolo dedicato a Eleonora Pimentel Fonseca, figura tra le più rilevanti della breve esperienza della Repubblica Napoletana del 1799, ma soprattutto la kermesse in programma all’interno del parco archeologico di Liternum, dove – secondo la tradizione – sarebbe stata ritrovata la tomba di Scipione l’Africano. La manifestazione, in programma domani alle 17 e che si concluderà con l’intonazione dell’inno di Mameli, è stata contestata dal comitato “Liternum”: “L’amministrazione comunale di Giugliano – dicono gli esponenti del movimento che si batte per la nascita di un comune autonomo lungo la fascia costiera – si è dimostrata rozza e ignorante. La tomba di Scipione non è mai stata ritrovata e quella davanti alla quale sarà intonato l’inno nazionale non è altro che un’ara fascista“. La singolare iniziativa era stata promossa dalla Pro loco litorale domitio con il patrocinio del Comune di Giugliano.

“Il sito archeologico di Liternum – spiegano i promotori della kermesse – rappresenta simbolicamente il cuore dello Stato italiano: una terra di incontro tra le radici del glorioso passato dell’impero romano, il presente incerto e diroccato e il futuro di un’Italia che vuole festeggiare e consolidare la propria unità anche se si discute di federalismo e, nel caso particolare del territorio di Giugliano, anche di secessione”. Il futuro del parco archeologico di Liternum sarà anche al centro di un prossimo dibattito parlamentare. Tra i banchi di Montecitorio, infatti, si discuterà della situazione di grave degrado in cui versa il sito, al cui interno sono tuttora ubicate due abitazioni abusive, e di quali misure il governo Berlusconi intenda adottare per riportarlo all’antico splendore. L’interrogazione al ministro della Cultura Sandro Bondi è stata sottoscritta da cinque parlamentari del Partito democratico.

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