Rifiuti Napoli: il no della Spagna allo smaltimento

discarica chiaiano
Nonostante l’emergenza rifiuti, la Spagna rifiuta l’accordo con Napoli.

La trattativa è durata oltre quattro mesi, ma l’assessore all’ambiente dell’Andalucia ufficializza il “diniego dell’autorizzazione all’azienda Partenope Ambiente per il trasporto internazionale dell’immondizia”.

Tutto era pronto per il trasferimento delle oltre 30mila tonnellate di materiale, provenienti dallo stir di Chiaiano e dirette verso la discarica Versinur, sita a Jerez de la Frontera.

Inaugurato nel 1996, il punto è specializzato per i rifiuti speciali e sorge all’interno di un’area occupata, tempo fa, da un lago. Al momento vi sono due milioni di tonnellate di rifiuti, ma la capienza ne permette la conservazione fino a dieci milioni.

È Jenus Nieto, direttore generale del dipartimento di prevenzione e qualità dell’ambiente dell’Andalucia, a negare la firma per la concessione dei permessi. Nonostante la delibera porti la data nove marzo, la notizia è stata resa nota ieri dal quotidiano spagnolo El Pais, poi rilanciata dalle principali agenzie europee.

emergenza rifiuti

Tra le motivazioni, la violazione di alcune norme europee sui rifiuti, tra cui il trasporto ai centri di smaltimento nelle zone immediatamente più vicine al paese in cui si affronta l’emergenza: “E Napoli non è esattamente vicina all’Andalucia.”, spiega Josè Juan Diaz Trillo, consigliere della giunta per la protezione dell’ambiente, all’agenzia Europa Press.

In più, un importante e cruciale passo: l’impossibilità di verificare la composizione dei rifiuti diretti alla discarica spagnola, particolare di cui il governo spagnolo si dice molto preoccupato. Come si legge ancora sul principale quotidiano spagnolo: “Il governo regionale esprime inoltre preoccupazione circa la documentazione fornita, perché i dati consegnati assieme alla richiesta ufficiale non indicano in modo inequivocabile la composizione chimica dei rifiuti che arriveranno a Jerez de la Frontera, né sono allegati i test di accompagnamento per la verifica del percolato”.

Nonostante la delibera, è possibile, entro un mese dalla pubblicazione, opporre ricorso. Una piccola possibilità, quindi, affinché la situazione si ribalti.

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