Undicenne violentata: i cinque arrestati fanno i nomi di altri due complici

Salvatore, Alessandro, Simone, Egidio e Manuele, questi i nomi dei cinque giovani indagati che assistiti dall’avvocato Vincenzo D’ Auria, che nel corso dell’interrogatorio  hanno ammesso di aver usato violenza ai danni di una ragazzina di soli undici anni e rivelato l’ identità degli altri due minorenni che hanno preso parte all’abuso.

Il giudice è riuscito a chiarire i ruoli dei sette ragazzi: Simone e Salvatore, stando al racconto dei coetanei, avrebbero solo seguito gli amici all’ interno del palazzo, non partecipando alla violenza, ma non avrebbero cercato di difendere la ragazza, e per questo rischiano ugualmente provvedimenti restrittivi. La ragazzina non ha dichiarato immediatamente i nomi degli altri due minorenni presenti all’ aggressione, poichè, a differenza degli altri cinque, non li conosceva e non avrebbe potuto identificarli facilmente.

I due gemelli Egidio e Manuele sono apparsi intimiditi dalle parole del giudice e hanno espresso con difficoltà il loro pentimento, mentre gli altri tre si sono detti pentiti e pronti a cominciare seriamente un percorso di rieducazione.

Ieri i cinque ragazzi hanno potuto incontrare per la prima volta le famiglie e, in seguito alle novità emerse nel corso dell’ interrogatorio, saranno ascoltati anche gli altri due giovanissimi che avrebbero solo “assistito” all’ aggressione per poter chiarire la loro posizione.

E’ agghiacciante anche solo immaginare come due giovanissimi, alla vista dei loro compagni decisi a violentare una ragazzina non abbiano deciso di evitare un simile delitto telefonando alle forze dell’ ordine. E’ dura da accettare questa realtà, non solo per i genitori ma anche per l’ intera opinione pubblica  partenopea che crede ancora nei valori  d’ una moralità che la scuola, così come la famiglia, dovrebbe infondere nei giovani riuscendo a dissuaderli da simili iniziative. La scuola deve, in assenza di modelli familiari “positivi” , riuscire ad aiutare i ragazzi aumentando la loro autostima per renderli autonomi dal punto di vista “critico”. Il senso critico è una forza  per i giovani, ed è per questo che occorre che l’ educatore dia loro fiducia e spazio per farli brillare non solo sui libri, ma in ogni circostanza della vita.

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