E’ scomparso Eddy Monetti, maestro della sartoria napoletana

E’ scomparso oggi lo stilista Eddy Monetti, nipote di Eduardo Monetti che aprì un negozio di cappelli (che vantava fra i suoi clienti Caruso) in via Toledo nel 1887, a cui, a partire dagli anni ’40, un anno dopo l’altro si aggiungono nuovi indumenti, soprattutto le cravatte, alla produzione fino a divenire una vera e propria sartoria. Il testimone passò ad Eduardo “Eddy” a soli vent’anni, nel pieno della seconda guerra mondiale, mentre lui era intento a realizzare la sua passione per il giornalismo che riprenderà in tarda età occupandosi di una rubrica settimanale di costume sul Corriere del Mezzogiorno.
Fu lui ad aprire diversi punti vendita in varie zone della città
e successivamente anche a Roma, in via Condotti, e a Milano, prima in via Montenapoleone e poi in piazza San Babila; fino ad arrivare addirittura all’apertura di una boutique a Changdu, la terza città cinese per numero di abitanti (10 milioni), ma la prima per ricchezza pro capite.

Collaborarono con lui un po’ per volta i figli (Salvatore, Assia e Rossella) chiamati ad essere i protagonisti dell’azienda ed assumersi l’onore di occuparsi dei diversi rami dell’impresa e che ora hanno ereditato l’impresa, anche se in realtà Eddy aveva lasciato loro man libera già da tempo, curando i dettagli da dietro le quinte.
E’ stato collaboratore di diversi quotidiani non avendo mai abbandonato il suo sogno di realizzarsi come giornalista: del Mattino, del Messaggero (come sopra citato) e del Corriere del Mezzogiorno, Monetti ed è stato anche autore di libri di moda e costume.

Maestri di stile che portavano la loro griffe in giro per il mondo, vestivano Moretti: politici (Enrico De Nicola) uomini di spettacolo (come De Sica), imprenditori. Fra i loro clienti più famosi vi sono stati: Arnold Schwarzenegger, Frank Sinatra, Peter Ustinov, Carol Alt, Orson Welles, Charles Bronson, Liz Taylor, Gary Cooper, Marcello Mastroianni, Roanna Schiaffino, José Carreras, Sylvester Stallone, Jean Alesi, Lino Ventura, il regista Bigas Luna, ma anche i re Filippo del Belgio e Juan Carlos di Spagna, il principe Alberto di Monaco, Muhammar Gheddafi, il torero Luis Dominguin e gli industriali Moretti, Falk e Richmond.

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