Donn’Anna Carafa: la leggenda


Il palazzo Donn’Anna, costruito sul finire del XV secolo su un preesistente edificio detto la Seren, prende il nome da Donn’Anna Carafa, nipote dell’uomo che comprò il palazzo per 800 ducati, ossia il principe Luigi Carafa.
Proprio lei, Donn’Anna Carafa è l’argomento che trattiamo oggi nel nostro viaggio all’interno del folklore napoletano.

Cos’ha dunque di tanto speciale questa signora?
Beh, non era certamente mai amata dal popolo anche perché sposata al vicerè Filippo Ramiro de Guzman, duca di Medina, che lasciò un cattivo ricordo della sua amministrazione che svolse dal 1637 al 1644.

Dunque dicevamo che il palazzo prende il nome dalla duchessa: all’epoca la nobiltà non si perdeva una festa organizzata dalla splendida e superba duchessa. Nelle sale andavano e venivano i servi, i paggi dai colori rosa e grigio, i maggiordomi dalla collana d’oro, dalle bacchette d’ebano, in fondo al grande salone era stato allestito un teatrino riservato agli spettacoli.

Fu in una di queste feste, dove gli attori erano gli stessi nobili, che si scatenò la gelosia di Donn’Anna: la nipote donna Mercedes de las Torres, acquisita da parte maritale, era indubbiamente molto bella ed in una rappresentazione sosteneva la parte di una schiava innamorata del suo padrone, morendo per salvarlo; il padrone era impersonato da Gaetano di Casapesenna, amante della duchessa. L’ultimo atto, quando il cavaliere baciò lo sfortunato amore, le sembrò eseguito con troppo trasporto.

Nei giorni seguenti le due dame ebbero modo di confrontarsi e dopo il diverbio della giovane nipote non si ebbero più notizie; la sua scomparsa fu giustificata dall’improvvisa vocazione della giovane e del suo conseguente ritiro in convento.
Gaetano di Casapesenna la cercò per mari e monti, ma non la rivide più. Morì in battaglia.

La leggenda vuole che nel palazzo appaia ogni tanto il fantasma di Donn’Anna e le presenze dei due sfortunati Mercedes e Gaetano che si cercano in eterno.

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