Furto libri Girolamini, Dell’Utri: “Sequestro opere peggio del carcere”

Furto libri Girolamini, Dell’Utri è tra i imputati del processo: “Quando hanno portato via i libri ho dovuto mettere tre stent”

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Getty Images

A Napoli è in corso il processo per peculato per la sottrazione di 14 antichi libri della Biblioteca dei Girolamini nel quale è coinvolto anche l’ex direttore Massimo Marino De Caro. Sul banco degli imputati anche Marcello Dell’Utri, il fondatore di Forza Italia con Silvio Berlusconi condannato in concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo Repubblica Napoli, interrogato dai Pm Dell’Utri rigetta ogni accusa. Dice di non sapere che quei libri furono rubati dalla biblioteca. L’ex senatore com’è noto è un esperto bibliofilo e come riporta il quotidiano ai magistrati ha detto che ha sempre dato agli altri i libri e che mai avrebbe fatto una cosa de genere: “mi accingevo a fare una spoliazione di una biblioteca importante?“.

Quando gli furono sequestrati 40mila libri per controllare se ci fossero opere dei Girolamini durante la sua detenzione a Parma, ha detto, è stato peggio del carcere: “Ho messo tre stent”. Dell’Urti si difende sostenendo che con De Caro (condannato per la vicenda già a sette anni), non ha mai concordato nulla.

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Furto libri Girolamini, Dell’Utri respinge ogni accusa

Dell’Utri ha confermato che dei rapporti con l’ex direttore De Caro ci furono. Lo presentò a Giancarlo Galan quando fu nominato ministro dell’Agricoltura su richiesta dello stesso De Caro perché voleva dargli dei suggerimenti in quando conoscente di energie alternative con simpatie per Forza Italia.

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De Caro e Galan si incontrarlo con il ministro che ebbe una buona impressione tanto da dire all’ex braccio destro di Berlusconi che lo avrebbe voluto come consulente. Ai Pm l’ex senatore ha rigettato le accuse di un suoi ruolo per la nomina di De Caro anzi, ha detto che se avesse saputo chi era “lo avrei mandato a quel paese”.

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