Casavatore ed il voto inquinato dai clan

A Casavatore ci sono quindici avvisi di conclusione delle indagini preliminari per voto di scambio, tredici dei quali aggravati per componente mafiosa.
C’è il sindaco Lorenza Orefice e lo sfidante al ballottaggio, Salvatore Silvestri, consigliere comunale del PD.
La Direzione Distrettuale Antimafia accusa i rappresentanti politici locali, sia di centrodestra che di centrosinistra, di aver assunto comportamenti illegali di chiara matrice mafiosa alle ultime elezioni amministrative di maggio 2015. Promettevano beni ed utilità ma non avevano problemi a passare a minacce ed intimidazioni se non convincevano gli elettori a cedere il proprio voto.

Nella vicenda sono coinvolti anche esponenti del clan Amato-Pagano, ma anche consiglieri comunali quali Ciro Minichini e Salvatore Pollice, sostenitori di Silvestri, e Giuseppe Pranzile appartenente alla maggioranza.
Coinvolti gli aspiranti consiglieri che avevano partecipato alla campagna elettorale del candidato sindaco Silvestri e che non sono stati eletti: Ciro Rossi, Barbara Cozzolino, Mauro Ramaglia e Paolo Spinuso. Tra gli indagati anche Massimo Minichini, fratello di Ciro; Nadia Sarnatario, moglie di Ramaglia e Giuseppe Pellegrino, operaio che s’occupava dell’affissione di manifesti elettorali; Salvatore Ferone, nipote del capoclan locale.

Tra gli indagati anche il comandante dei vigili urbani Antonio Piricelli e il maresciallo della polizia locale Vincenzo Orefice per i quali il magistrato ha però escluso la matrice mafiosa.
Piricelli ed Orefice, nel sovraintender alle normali operazioni di tutela del territorio quali disinfestazioni e derattizzazioni evidenziavano ai cittadini che tali operazioni erano state realizzate per il diretto interessamento e su insistenza di Ramaglia, Silvestri e Salvatore Pollice. I due membri della polizia locale con abuso di potere e violazione dei doveri di una pubblica funzione, si attivavano per evitare che i manifesti di Silvestri e Ramaglia non venissero strappati, modificando l’orientamento delle telecamere di videosorveglianza comunale.
Piricelli, inoltre, avrebbe anche omesso di denunciare all’ autorità giudiziaria le minacce che una elettrice aveva ricevuto dai sostenitori di Silvestri.

Lo sponsor di Silvestri, in questo caso, sarebbe stato Minichini che secondo gli inquirenti “stazionava stabilmente davanti la sede del comitato elettorale della lista Pd Silvestri sindaco”, almeno fino al 13 giugno quando sarebbe stato picchiato da esponenti del suo stesso clan, i Ferone, che invece, sempre secondo gli inquirenti, sostenevano il candidato Lorenza Orefice. Il pestaggio doveva essere una dimostrazione di forza guidata dalla Orefice, che al ballottaggio capovolse l’esito del primo turno ed eletta.

Non è escluso che alla luce delle recenti indagini il Prefetto possa nominare una commissione d’accesso per la verifica di tutti gli atti amministrativi.
Se dovesse verificarsi lo scioglimento del consiglio comunale per Casavatore sarebbe la prima volta per motivi non naturali. Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare le controdeduzioni attraverso l’operare dei propri avvocati. L’indagine è coordinata dai pm Vincenza Marra e Maurizio De Marco, giunti alle conclusioni odierne dopo attività investigative avviate dai carabinieri di Casoria con il capitano Pierangelo Iannicca e quelli della locale stazione con il luogotenente Rosario Tardocchi.

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