Droga: maxiretata al Parco Verde di Caivano, usavano bambini-corrieri

E’ successo a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Un maxiblitz con decine di arresti. I carabinieri della città sono intervenuti in coordinazione con la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli.

E’ ancora fresca la notizia che numerosi arresti si stanno effettuando tra le province di Napoli e Caserta, in particolare in quella che è stata definita come la più grande piazza di spaccio di tutto l’hinterland napoletano: il Parco Verde di Caivano.
Cocaina, hashish, marijuana: sostanze stupefacenti protagoniste dello spaccio e oggetto d’accusa dei soggetti destinatari, la cui ordinanza di custodia cautelare in carcere e al regime degli arresti domiciliari è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli.

Venivano usati anche bambini per occultare la droga e sfuggire così ai controlli.

Non sono mancati i momenti di tensione davanti al comando provinciale dei carabinieri di Caserta durante l’uscita dalla caserma degli arrestati. Vittime delle aggressioni da parte dei familiari degli arrestati sono stati carabinieri, giornalisti, fotografi e operatori video che si trovavano lì per svolgere il proprio lavoro e che stavano riprendendo l’accaduto nel cortile della struttura. E’ stato preso a calci e pugni il cancello d’ingresso del comando, ed una donna è riuscita ad eludere i controlli entrando nel cortile ed inveendo contro i presenti, ma è stata bloccata da un carabiniere e riportata all’esterno.

Il Parco Verde di Caivano è noto già alla cronaca criminale del Napoletano.
Non è un parco e non è neppure verde: è un mostro di cemento tirato su troppo in fretta per dare rifugio ai terremotati napoletani dopo i fatti del 1980. Quelle poche aiuole e macchie di verde sono infestate da siringhe.
I dati sono questi: a settimana vengono messi in giro dieci chili di cocaina, sette di eroina, una ventina di chili di hashish e migliaia di pasticche di ecstasy. Se si vuole vendere qualsiasi droga al Parco Verde basta affittare uno spazio. Lo chiamano affitto ma in realtà è una tangente che si paga al clan. Proprio come se fossero degli appartamenti più lussuosi e comodi, così le zone più sicure del parco e lontane dai controlli di polizia e carabinieri hanno un costo più salato: i viali interni vengono a costare 516 euro al giorno. Non è una spesa esagerata se possono farti fruttare fino a centomila euro al mese.
Questi sono dati scritti, reali, come raccontava già Marco di Caterino de Il Mattino.

Come una vischiosa colla nera e sporca, questa rete di corruzione non risparmia nessuno. I carabinieri tempo fa hanno scoperto che numerose donne anziane del parco arrotondavano la pensione confezionando ovuli di cocaina ed eroina venduti a dieci euro l’uno. Si confezionano facilmente, perché basta mettere in un quadratino di plastica ricavato dalle buste della spesa le dodici dosi di droga che compongono un ovulo e siglare il tutto con la fiamma dell’accendino.

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