Mariano Marangolo espone le sue suggestioni nella chiesa di San Rocco

La Fondazione Pietà de’ Turchini, nell’ambito del programma culturale primaverile, ospita alcuni lavori recenti di Mariano Marangolo, napoletano, artista di forti sentimenti e suggestioni. Le grandi tele saranno esposte nella storica sede della storica Chiesa di San Rocco a Chiaia (via Riviera di Chiaia 254), oggetto di un recente ed accurato restauro.

La Chiesa, per la sua particolare posizione urbanistica e per la caratteristica dei suoi opposti accessi, può essere idealmente immaginata come uno spazio di passaggio temporale tra l’antico e il moderno, e viceversa. In una dimensione di sospensione cristallizzata del tempo. Posizionata da un lato, tra i classici edifici della Riviera e rivolta verso il mare del golfo; dall’altro, aperta verso Chiaia e la sua più recente modernità .

Con questa sua naturale caratteristica, San Rocco si concede ad un evento, la mostra di Marangolo, che intende vivere anche della fusione tra differenti identità estetiche, nel tentativo di armonizzarne le differenze formali con un unico ed indistinto percorso di “suggestione “sensoriale.

“Le suggestioni” e la loro tensione fortemente atemporale, forniscono di fatto la fondamentale base ispiratrice delle tele di grande formato, che nel dovuto rispetto del contesto originale, saranno collocate secondo una concezione espositiva che tenterà di renderle parte integrante degli originari ambienti storici del ‘500, quasi a fondersi concettualmente, in un’unica grande installazione.

Una performance molto attesa, quella dell’artista napoletano con alle spalle anni di intenso studio e molteplici esperienze di vita che, portandolo in giro per il mondo, ne hanno plasmato carattere e sensibilità. Di lui parlano i grandi quadri, già apprezzati negli anni, da un gallerista come Lucio Amelio, che recentemente propongono un viaggio onirico, tra realtà e fantasia, tra vita e morte, tra spazio e tempo, nel dramma delle emigrazioni. Senza confini, senza età, senza identità. Napoli, il suo mare, il Mediterraneo, la culla metaforica dove voci e volti senza contorni approdano nel rifugio sperato.

La mostra, dal titolo “Opere recenti – Delle migrazioni, dei fiori, dei chiar di luna e di altre suggestioni” sarà inaugurata venerdì 27 marzo alle ore 19.00 e resterà visibile fino al 31 maggio.

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