Trentotto morti e dieci feriti: questo il tragico bilancio dell’incidente stradale avvenuto intorno alle 20.30 di domenica sera sulla A16 Napoli-Canosa nei pressi di Monteforte Irpino, provincia di Avellino. Un autobus con a bordo 48 persone è finito addosso alle auto incolonnate, ha sfondato il guardrail ed è precipitato nella scarpata sottostante.
Quel che resta dopo il volo di oltre trenta metri e il lavoro incessante dei soccorritori è una fila interminabile di lenzuola bianche: i corpi dei 38 morti sono stati poi trasferiti nelle bare nella palestra della scuola media di Monteforte, dove i parenti sono stati chiamati al riconoscimento. Molte le persone che alla vista dei cadaveri hanno accusato malori.
Sull’incidente la Procura di Avellino ha aperto un’inchiesta: un guasto al sistema frenante o uno pneumatico forato le cause che potrebbero essere alla base della tragedia. La dinamica dell’incidente è chiara: l’autobus, di ritorno dopo una giornata di pellegrinaggio e con a bordo persone quasi tutte residenti a Pozzuoli, aveva da poco superato il casello di Avellino ovest e procedeva in un tratto di strada in discesa, dove già in passato sono accaduti diversi incidenti. Nonostante le segnalazioni, il veicolo è arrivato in velocità addosso ad altre auto incolonnate ed è poi precipitato nella scarpata. Gli inquirenti dovranno accertare l’esistenza di qualche responsabilità da parte dell’autista, morto anche lui nello schianto, lo stato del veicolo, la correttezza delle segnalazioni dei cantieri presenti sul tratto di autostrada.
Ma ora l’attenzione è tutta per i dieci passeggeri dell’autobus sopravvissuti allo schianto che versano in condizioni gravi: cinque sono bambini, ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli; altri tre feriti sono stati portati al Cardarelli, tra cui un uomo di 41 anni ricoverato in rianimazione. Non corrono rischi invece i 14 passeggeri delle auto colpite dall’autobus che hanno riportato ferite lievi.
