Quarto sciolto il Consiglio comunale

Aula consiliare “Peppino Impastato contro tutte le mafie”, questa la dicitura che si legge sulla targa posta in alto all’ingresso della sala dove si riunisce, o meglio si riuniva, il Consiglio comunale della cittadina flegrea, quasi quarantamila anime, a metà strada da Pozzuoli e Giugliano. Una dedica importante, dall’alto valore simbolico per quel che è stata e continua ad essere tutt’oggi la figura di Peppino Impastato, simbolo dell’opposizione alla mafia, ucciso nella sua Cinisi il 5 Maggio 1978 e che si scontra brutalmente con la realtà della vita politica quartese, sulla quale, ancora una volta aleggia lo spettro del malaffare e della collusione con la malavita che si insinua ovunque, fin dentro gli uffici comunali, condizionando la vita dei cittadini.

L’inchiesta della magistratura partita due anni fa, gli arresti eccellenti di alcuni esponenti in vista della politica quartese, come il capogruppo PDL Armando Chiaro, le elezioni comunali nel Maggio sempre del 2011. Poi l’anno scorso sentenze e condanne al clan Polverino e di mezzo perquisizioni e blitz, anche in casa dell’ex sindaco Massimo Carandente Giarrusso, totalmente estraneo alla vicenda, che però nonostante tutto nel luglio scorso decise di dimettersi per garantire massima libertà alle indagini.
L’altro ieri pomeriggio poi il colpo di grazia ed una decisione che ha tutto il sapore della ammissione del fatto che la camorra a Quarto esiste non solo al di fuori degli uffici comunali. Su suggerimento del Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere il Consiglio comunale di Quarto e di impedire quindi che nella cittadina flegrea si vada al voto il prossimo Maggio, perché evidentemente non ci sono ancora i presupposti per poter garantire un’elezione senza condizionamenti. Le indagini di questi anni hanno messo in luce una serie di anomalie nella gestione di appalti da parte di società in odore di camorra, nel rilascio di licenze edilizie, nelle quali rientrano anche quelle del centro commerciale Quarto Nuovo. Dal dossier della Cancellieri emerge in sostanza che c’è un forte condizionamento da parte della camorra di organi politico amministrativi della macchina comunale.

La notizia nel paese non sembra aver provocato stupore, come se ormai ci si fosse abituati ai commissariamenti, che in questi ultimi venti anni sono stati numerosi, ma che sono avvenuti non soltanto per questioni legate al malaffare. Stavolta però, come nel 1992, la malavita c’è ed è presente all’interno dell’istituzione. A prendere in parte le difese della classe politica arrivano le parole del conigliere uscente del PD Antonio Granato, che ci tiene a specificare che “non può essere condannata l’intera classe politica quartese” anche se continua Granato “la colpa della classe politica comunale è stata quella di non aver avuto un controllo responsabile sui propri dirigenti amministrativi” rei a suo avviso, specie in determinati uffici, di non lavorare nell’interesse dei cittadini, operando secondo procedure non consone al rispetto dei diritti della gente. L’ex consigliere continua affermando che ”spesso i cittadini sono abbandonati a se stessi quando hanno a che fare con determinati uffici, come l’Ufficio Tecnico, dove può capitare che una pratica venga messa da parte o non portata avanti con celerità per strani motivi”. Granato quindi punta il dito non soltanto contro la malavita che tenta di insinuarsi nelle istituzioni attraverso referenti politici, ma anche contro pratiche diffuse di cattiva amministrazione.

Cambio di guardia anche per il Commissario Prefettizio che necessariamente dovrà essere sostituito come prevede la normativa, da un nuovo commissario che dovrà guidare il paese per un minimo di 18 (e per un massimo di 24) verso le prossime elezioni, che verosimilmente si terranno nella primavera del 2015. Ancora una brutta pagina di politica si è consumata a Quarto dove i cittadini onesti ed i giovani attivi sul territorio, vedono in questo commissariamento il tentativo da parte dello Stato di placare l’ondata di rivolta che è venuta fuori dalle urne a livello nazionale e che si sarebbe potuta ripetere anche a Quarto con un voto che avrebbe potuto dare alla cittadina flegrea un governo nuovo ed estraneo alle vecchie logiche politiche smascherate dalla magistratura.

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