Napoli: il mistero dello spartito scomparso

Ancora una volta un manoscritto autografo ed ancora una storia che parla di un furto, fino ad ora solamente presunto. Stavolta però cambia la location, non più la tristemente nota Biblioteca dei Girolamini, bensì l’altrettanto noto Conservatorio di San Pietro a Maiella, situato nel cuore del centro storico di Napoli. Da sempre punto di riferimento indiscutibile per chi vuole eccellere nella nobile arte musicale, il Conservatorio è anche luogo in cui si custodiscono spartiti e manoscritti dei più celebri compositori della storia della musica.

A far perdere le sue tracce è un manoscritto autentico del celebre Saverio Mercadante risalente al 1814. Nello specifico si tratta di una decina di pagine, ma c’è chi dal Conservatorio fornisce una cifra diversa che si attesterebbe sulla quarantina, cifre al momento altalenanti in attesa di riscontri certi. Un “Concerto per oboe e orchestra” ed un “Concerto per flauto ed orchestra”, questi nella sostanza gli spartiti mancanti che qualche giorno fa erano stati presi dalla biblioteca perché oggetto di studio da parte di un bibliotecario che però non li ha riposti nel loro luogo di custodia, lasciandoli su di una scrivania. Dopo qualche giorno ci si è accorti della scomparsa.

Si tratta di manoscritti dall’alto valore storico, come afferma il Commissario del Conservatorio, Achille Mottola, che dopo aver accertato l’increscioso episodio ha prontamente allertato i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio, da sempre impegnati nella lotta al traffico illecito di opere d’arte ed alle cosiddette archeomafie. Il Commissario del Conservatorio spera fortemente in uno smarrimento momentaneo e magari che siano stati semplicemente ricollocati fuori posto. Ipotesi alquanto improbabile vista comunque l’importanza del manoscritto.

Il timore è che, sulla scia di quanto accaduto nella Biblioteca dei Girolamini, si possa essere riaccesa improvvisamente l’attenzione sui manoscritti antichi, divenuti nuovamente merce appetibile sul mercato nero dell’antiquariato. La paura è tanta perché in questi tempi di crisi la necessità di procurarsi denaro sta aumentando, la cosa che spaventa è che ciò possa accadere a danno del nostro sconfinato patrimonio culturale, tristemente bistrattato in un’Italia troppo spesso incapace di apprezzare e valorizzare la sua inestimata potenzialità. Doti che a quanto pare invece sono ben apprezzate da collezionisti, stranieri e non, disposti ad ottenere frammenti della nostra storia facendo ricorso ad ogni mezzo possibile.

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