I social network sarebbero nati a Pompei

Se si pensa all’origine dei social network è inevitabile pensare a Facebook, oppure, guardando un po’ indietro a MySpace o Messanger. Nessuno penserebbe a Pompei e quindi al 79 d.C. Questa ipotesi è raccontata dal quotidiano online Mashable, che riporta la tesi della studiosa Eeva-Maria Viitanen archeologa dell’Università di Helsinki ed esperta di storia romana.

La Viitanen ha collegato le moderne forme di comunicazione dei social network con l’antica usanza dei Romani di scrivere sui muri con il carbone e inscrivere le pietre con i coltelli. Questo tipo di messaggistica, che veniva utilizzata nei momenti di propaganda politica oppure per informare, somiglia all’attuale social media marketing, per cercare di raggiungere il maggior numero possibile.

Gran parte della pubblicità politica del tempo era commissionata dai candidati stessi oppure dai loro sostenitori e venivano ingaggiati dei pittori professionisti per creare il messaggio adatto e accaparrarsi lo spazio principale.

Lo studio pubblicato dall’Università di Helsinki questo tipo di comunicazione rappresentava una fonte di reddito per le abitazioni private e le attività commerciali, che si facevano pagare gli spazi dove si realizzavano questo tipo di messaggi.

Ogni candidato poteva anche targettizzare la propria comunicazione: una ricca casa privata, frequentata da ricchi patrizi, era adatta per messaggi conn uno status più alto. Molti ristoranti, invece, vendevano anche gli spazi interni, ma in quel caso bisogna considerare che la maggior parte del popolo non sapeva né leggere, né scrivere.

Proprio come i più moderni social network, in questo modo si parlava ai diversi interlocutori e in base al target si personalizzava il messaggio un po’ come oggi si fa’ attraverso i diversi social. Inoltre, la comunicazione restava impressa sul muro, proprio come un “permanent link” resta in rete.

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