Casapound, indagini sul legame con il tifo violento

Estremismo politico e tifoseria violenta: questo il legame sul quale stanno indagando i magistrati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di diversi rappresentati dell’organizzazione neofascista Casapound. Gli inquirenti stanno verificando alcuni elementi ottenuti attraverso delle intercettazioni: in una di queste, prima della manifestazione nazionale del movimento del 26 novembre 2011 veniva sollecitato la partecipazione di “qualcuno dello stadio” per svolgere il servizio d’ordine.

Proprio il pericolo di una saldatura tra gli estremisti di destra e la tifoseria violenta è l’aspetto sul quale si sta concentrando maggioamente l’indagine condotta dal Ros e coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo. Prima della manifestazione, vietata poi dalla Questura, nel movimento c’era stato un confronto sulla necessità di coinvolgere ‘quelli dello stadio’: contraria all’ipotesi era Emmanuela Florino, ora ai domiciliari, così come Enrico Tarantino, leader di Hmo, mentre Giuseppe Guida, anche lui sottoposto ai domiciliari,era più propenso al coinvolgimento del tifo violento perché “quando devono fare a mazzate sono meglio di noi”.

Ma il legame tra l’estremismo politico e calcistico emerge anche nel corso di un altro colloquio avvenuto nell’ottobre 2011, in cui Andrea Coppola (leader del blocco studentesco), Tarantino e un terzo interlocutore non identificato discutono sulla possibilità di andare alle partite dell’Internapoli e del Marano per “picchiare quelli di sinistra”.

Altro elemento che i magistrati stanno cercando di appurare è la possibilità che il gruppo sia stato finanziato da parte di vecchi simpatizzanti: questo è ciò che emerge da un’intercettazione in cui Enrico Tarantito, leader di Hmo, parla dei soldi ricevuti da “una camerata che ha una quarantina di pizzerie”. L’uomo è stato identificato, ma non risulta indagato.

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