Povera Pompei preda anche dell’abusivismo edilizio

Oltre il danno la beffa. Il sito archeologico più famoso al mondo costretto a combattere su più fronti per difendere la sua esistenza. Non bastano i disservizi, i crolli, la scarsa manutenzione che negli ultimi anni hanno fatto passare Pompei dai libri di storia alle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Ai soliti problemi di ordinaria amministrazione, frutto di una politica che negli ultimi quindici anni ha fatto più tagli che investimenti al settore cultura, adesso si aggiungono anche i danni provocati dai Pompeiani stessi, eredi lontani di quelli meno fortunati che abitavano in città nel lontano 79 dopo Cristo e vittime di una delle catastrofi naturali più grandi nella storia dell’umanità.

Tre villette costruite a ridosso del perimetro del parco archeologico, in zona civita-giuliana, tutte abusive. I tre proprietari pensavano forse di farla franca e di passare inosservati costruendo tre abitazioni di duecento metri quadrati l’una, al confine del perimetro del parco archeologico. Un operaio, un’impiegata e perfino una cartomante, sono stati denunciati dai carabinieri che hanno scoperto i tre immobili durante un normale controllo di tutela. Le tre abitazioni sono state poste sotto sequestro, denunciati anche gli operai che avevano costruito le abitazioni.

Un episodio che per molti potrebbe assumere i toni della normalità, perché in Campania negli anni passati l’abusivismo edilizio è stata pratica ampiamente diffusa, ma che invece deve far riflettere perché avvenuto presso il sito archeologico più importante e tra i più visitati al mondo. Testimonianza emblematica del distacco che troppo spesso si vive nei confronti delle testimonianze materiali del nostro passato, frutto anche del disinteresse da parte della classe politica nei confronti della sua tutela (sancita dalla Costituzione), della sua promozione e valorizzazione. Il patrimonio archeologico che possediamo in Campania è di proporzioni straordinarie ed in altri luoghi d’Europa sarebbe difeso in primo luogo dagli stessi abitanti che vivono intorno ai quei siti, in Campania invece spesso i vincoli posti a tutela del patrimonio sono visti come un impedimento alla realizzazione di interessi propri. Un cambio di rotta ed una ripresa della coscienza storica da parte dei cittadini è e resta il passo principale dal quale ripartire per risollevare le sorti, soprattutto del meridione d’Italia, che potrebbe vivere (altro luogo comune più che abusato) solamente con l’indotto portato dai flussi turistici che potrebbero moltiplicarsi se solo si decidesse di mettere a sistema realmente il nostro immenso patrimonio, creando occasioni di sviluppo lavorativo per migliaia di giovani.

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