Rieccolo il Napoli di Mazzarri: quello delle rimonte impossibili, quello che strappa il risultato con il carattere, quello che arriva con il cuore lì dove non riesce ad arrivare con il gioco. Rieccolo il Napoli che può far paura a tutti, anche a Juventus e Inter in fuga in testa alla classifica: la vittoria con il Genoa è la vittoria del carattere. Non giocano bene gli azzurri, soprattutto in difesa, ma riescono a recuperare una partita che sembrava ormai persa.
Questa volta non sono i tre punti di Cavani e Hamsik, idoli indiscussi del popolo partenopeo, che comunque anche questo pomeriggio timbrano il cartellino: è il successo di Mesto, una vera forza della natura sulla destra da quando è stato mandato in campo da Mazzarri. E’ la vittoria di Insigne, indemoniato nel finale di gara: suo l’assist per Mesto sull’1-1, suo il gol che chiude definitivamente la partita; ma è il successo del tecnico livornese che rivolta la squadra come un calzino e trasmette alla squadra la carica per andare a caccia dell’impresa.
Il 2-4 con cui il Napoli batte il Genoa è un risultato fondamentale per il resto della stagione azzurra: perdere significava dire addio a qualsiasi ambizione tricolore e vedere la Fiorentina issarsi al terzo posto. Invece i partenopei vincono e dicono a tutti che hanno intenzione di continuare a sognare.
LE PAGELLE DI GENOA-NAPOLI
De Sanctis 5,5 – Incolpevole sul primo gol, assiste impassibile al secondo: in generale dà sempre l’impressione di non azzardare mai un’uscita anche quando la situazione lo richiederebbe.
Campagnaro 4,5 -Inguardabile: sbaglia il rinvio in occasione del gol di Immobile e non indovina un passaggio che sia uno. Quando non è il Genoa a creare pericoli dalle sue parti, ci pensa lui a complicarsi la vita: Mazzarri disperato lo sostituisce. (Mesto 7 -Un gol, un assist e un messaggio a Mazzarri: su di lui si può fare affidamento)
Cannavaro 5,5 – Troppo spesso si rifugia nei lanci lunghi, peccando quasi sempre di precisione. Si fa trovare fuori posizione in alcune situazioni e in generale non dà sicurezza al reparto.
Gamberini 6 – Il migliore del reparto arretrato e nell’ultimo periodo non è certo una novità.
Maggio 5 – Non c’è e si vede: si divora un gol sullo 0-0, non affonda mai sulla fascia ed è in netta difficoltà quando è schierato come esterno basso nella difesa a quattro. Visto lo stato di forma di Mesto, forse un turno di riposo non sarebbe una cattiva idea.
Behrami 5 – Male: sbaglia gli appoggi più semplici e non assicura il contributo in fase di recupero palla che ci si aspetta da lui. Si fa anche ammonire: diffidato, salterà il Milan. (Inler 6,5 – Mazzarri lo risparmia per tre quarti di gara, poi entra e illumina il gioco: aperture semplici e precise, ma soprattutto i compagni sanno a chi dare la palla quando sono in difficoltà).
Dzemaili 5,5 – Non è Inler e si vede: lento quando si tratta di far ripartire l’azione, si intestardisce con le azioni personali, finendo per perdere spesso palla.
Hamsik 7 – Lo vedi che si nasconde per quasi tutta la partita: poi piazza un assist e un gol in meno di dieci minuti. Ecco perché farlo uscire dal campo è difficile anche quando gioca male.
Dossena 6,5 – Decisamente in progresso rispetto alle ultime uscite. Nel primo tempo di propone anche in avanti, anche se con il passar dei minuti cala di condizione: mezzo voto in più per un provvidenziale salvataggio difensivo.
Pandev 5 – Non c’è e non da oggi: è già destinato alla sostituzione, quando si fa male e anticipa i tempi. (Insigne 7 – Un assist per Mesto, una traversa, il gol del 4-2 e da contorno giocate che sembrano sempre poter spaccare la partita: è arrivato il momento di lanciarlo dal primo minuto)
Cavani 7 – Le porte di Marassi sembrano stregate: sbaglia una, due, tre palle gol…poi decide che è arrivato il momento di abbattere anche Frey. Il Matador non perdona.
Mazzarri 6,5 – Questa squadra è quasi tutta farina del suo sacco e anche oggi riesce a trasmettere i messaggi giusti ai calciatori per mettere in atto una rimonta impossibile. Visto l’esito delle ultime due partite forse è arrivato il momento di abbandonare il 3-4-2-1 per provare il 4-3-3 che ha rianimato la squadra.