Suicida professore precario: “Il ministro Profumo ci sta distruggendo il futuro”

Stanco di una vita precaria, si è suicidato con una coltellata alla gola nel bagno della sua abitazione: è morto così un professore di cinquant’anni, senza che i soccorsi prestati dalla moglie e del personale del 118 potessero nulla.

La vita di C.C., 48 anni di Casandrino, docente di Arte, se ne è andata così, in un lago di sangue, schiacciato da depressione e rassegnazione per un futuro che non riusciva neanche a immaginare: l’uomo era un precario, come molti dei professori che affollano la scuola italiana, come tanti dei lavoratori di oggi, costretti a tirare avanti pensando giorno dopo giorno per evitare di essere travolti dal peso dell’incertezza del domani.

C.C. non ce l’ha fatta. Appena dieci giorni fa sul suo profilo Facebook aveva scritto: “Oggi dovrei essere gioioso perché ho conseguito la laurea specialistica. Ma sono triste perché il ministro Profumo ci sta distruggendo il futuro….. siamo precari a vita, ammettendo di essere fortunati“. Sembrava uno sfogo normale, di quelli che tante volte si leggono sui social network: era invece la spia di un malessere profondo che aveva nascosto a tutti. Una depressione covava dentro, di cui non aveva parlato neanche alla moglie o alle figlie: un sentimento di frustrazione, di sconfitta, con il quale non è riuscito più a convivere.

Stanco di aspettare una cattedra, come faceva da ormai venti anni, rassegnato a una vita dove il futuro non lo si può neanche immaginare, ha deciso di porre fine anche al presente e con una coltellata si è colpito a morte. L’unico punto fermo dopo una vita precaria.

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