Il Napoli espugna Marassi

Proprio così, una dura battaglia durata novanta minuti ed alla fine il Napoli torna da Genova con qualche graffio e tre punti in tasca. Questa la cosa più importante, restare incollati alla Juve che sabato sera ha letteralmente polverizzato la Roma di Zeman. Un bel regalo di compleanno per Walter Mazzarri (oggi è il suo compleanno), al quale l’arbitro Tagliavento ha deciso di rovinare la festa per metà, espellendo il mister, su suggerimento del quarto uomo, al quale era arrivata una soffiata nientedimeno che di Ciro Ferrara. È felice lo stesso Walter, perché sa bene che il Napoli dell’anno scorso probabilmente questa partita (e forse anche quella di Catania) l’avrebbe persa. Invece stavolta il suo Napoli, esce vivo anche nella sofferenza, chiudendo la partita in un minuto e gestendo, anche se con qualche difficoltà, gli attacchi della Sampdoria, che però non hanno mai impensierito più di tanto De Sanctis.

Sette secondi per una vittoria. Dall’assist di Inler per Marek Hamsik, al momento del fischio dell’arbitro che ha decretato il penalty, sono passati solo sette secondi, un attimo ed il Napoli dalla propria metà campo si è fiondato fin dentro il cuore dell’area blucerchiata. Segni evidenti, quasi cristallini, di un potenziale micidiale, quasi avessimo a che fare con un reparto scelto di incursori che vedono nel Matador Cavani, il terminale finale ideale, sempre pronto, lucido e freddo all’occorrenza e soprattutto capocannoniere del campionato, sei partite sei gol. Napoli anche più solido in difesa, la più forte al momento con soli due gol al passivo, segno anche questo del grande lavoro che Mazzarri ha fatto e continua a fare sul reparto che l’hanno scorso dava più problemi.

Concretezza quando serve. Questo sembra essere il motto di questa stagione, in cui non tutte le partite offrono la possibilità agli azzurri di giocare il bel calcio, che tanto piace a noi e soprattutto diverte loro, che sono i reali protagonisti. Tante partite saranno come quella di ieri, in cui spesso gli avversari quando non riescono a giocare o si barricano in difesa o ti prendono a calci. Gli uomini di Ciro Ferrara, ieri hanno offerto un mix tra le due opzioni, perché di azioni pericolose ne hanno create, ma non hanno voluto rinunciare al piacere di falciare qualcuno dei nostri, dimenticando le regole basilari del calcio, tra le quali c’è il rispetto dell’avversario. Prima Inler e poi Maggio hanno rischiato seriamente di farsi male per due interventi ai limiti della legge e che forse potevano essere sanzionati anche in maniera diversa.
Sotto tono la prestazione di Goran Pandev, un po’ a corto di fiato, splendidamente sostituito da Lorenzo Insigne, che anche ieri ha dato prova del suo talento cristallino, oramai diventato a pieno diritto patrimonio del Napoli presente e futuro.

Le lamentele di Ferrara, il teatrino del Vice Presidente Garrone, rimasto fermo in tribuna per quindici minuti dopo la fine dell’incontro per manifestare il suo dissenso nei confronti dell’arbitro Tagliavento, rasentano quasi il ridicolo, dopo quello che si è visto in campo.
Dove non arriva la tecnica arriva il cuore ed il Napoli ha meritatamente portato a casa una vittoria che ha un sapore ancora più buono del solito, perché strappata con i denti e soprattutto voluta con la testa ed il cuore. Non parliamo di anti-Juve per carità, il campionato è lungo. Diciamo invece che il Napoli è primo in classifica con i bianconeri e che molta strada c’è ancora da fare, ma prima di tutto pensiamo a giovedì, pensiamo ad Eindhoven, dove un’altra notte d’Europa attende i nostri campioni.

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