Su Twitter De Magistris diventa “Giggino o’ rivoluzionario”

“E’ ora di scassare l’ordine costituito neo-liberista che abusa del potere e realizzare una società fondata sulla giustizia: w la rivoluzione”. Se dovessimo dare un nuovo soprannome al primo cittadino di Napoli, potremmo optare per “Giggino o’ rivoluzionario”, dopo l’ultimo cinguettio che già impazza in rete.

Luigi De Magistris è balzato di nuovo agli onori della cronaca per il suo uso dei social network, a cui fa ricorso quotidianamente per condividere il suo punto di vista, gli aggiornamenti sul suo operato e per rispondere ai cittadini. Se qualche settimana fa aveva condiviso tramite Facebook le prime foto della pista ciclabile, il suo ultimo tweet sulla rivoluzione non è certo passato inosservato.

La pioggia di polemiche è tanta. Visitando il profilo del sindaco arancione sul social network, il post ha 94 retweet, ma anche tanti commenti. C’è chi gli chiede come mai il trattino per “neo-liberista” e chi semplicemente pensa che sia colpa di Caronte. Qualche altro utente sorpreso ha postato un laconico “eh?”.

La rivoluzione è anche su Facebook, dove De Magistris ha postato l’identico post la cui potenza mediatica si è amplificata con ben 195 condivisioni, 938 mi piace e 173 commenti. Tra questi c’è chi è d’accordo nell’organizzare una rivoluzione, chi si chiede perché lo ha votato e chi lo accusa di fare solo proclami.

Un’opinione, dunque, che ha spaccato la rete ma non ha lasciato indifferente il mondo politico. Per il responsabile Pd per il Mezzogiorno Umberto Ranieri è “un’ esaltazione infantile e che Dio protegga Napoli”, mentre per lo storico Paolo Macry De Magistris fa concorrenza ai grillino. Per Andrea Orlando, commissario campano del Partito Democratico che pur condividendo l’idea di mettere in discussione il neoliberismo, ha parlato di ricostruire quello che è già stato scassato.

Al momento, l’unica rivoluzione dell’amministrazione De Magistris è quella interna, con lo strappo avvenuto poche settimane fa con l’ex pm Narducci, che ha rimesso la sua delega aprendo al rimpasto e chiudendo la prima fase del mandato arancione.

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