Portiere suicida in corso Garibaldi, aveva ricevuto una lettera di licenziamento

A Napoli arriva un altro suicidio legato a problemi di lavoro. Si è impiccato nella sua casa di Corso Garibaldi un uomo di 56 anni, che pochi giorni fa aveva ricevuto una lettera di licenziamento. L’uomo lavorava come portiere presso uno stabile di Corso Garibaldi e tra qualche mese avrebbe dovuto lasciare il lavoro e la casa dove abitava. Uno doppio smacco per il cinquaseienne, che era divorziato e aveva due figli.

Ai condomini del palazzo dove lavorava era apparso come un uomo dal carattere forte, ma la vittima negli tempi sembrerebbe aver sofferto di crisi depressive a causa della perdita della madre e la separazione dalla moglie. L’allarme è stato dato proprio dai condomini di Corso Garibaldi, che questa mattina non era al suo posto in portineria. Gli uomini della polizia sono entrati in casa e lo hanno trovato impiccato.

Nessun biglietto è stato trovato per spiegare il gesto estremo, ma già negli ultimi tempi il portiere conduceva una vita molto solitaria scandita solo dal lavoro e con poche amicizie. Tra le testimonianze raccolte dagli inquirenti sembra che poco prima di togliersi la vita, G.C., abbia detto nel corso di una telefonata a uno dei suoi figli che vive al Nord con l’altro fratello e la madre, che non avrebbe più potuto passare l’assegno di mantenimento all’ex moglie.

Secondo gli inquirenti la vittima avrebbe dovuto lasciare la propria casa ad ottobre. Qualche giorno fa i proprietari dell’appartamento si erano recati presso lo stabile per metterla in vendita. Nel giro di pochi giorni Napoli è stata teatro di due suicidi. Solo qualche giorno fa un agente immobiliare del Vomero si è tolto la vita buttandosi dal balcone di casa sua in via Cilea, dopo aver ricevuto una cartella dell’Equitalia.

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