Si aggrava la posizione di Iannelli, ortopedico col dono dell’ubiquità

Il quadro accusatorio per truffa e associazione a delinquere contestato a Paolo Iannelli, primario della Seconda divisione di Ortopedia dell’ospedale Cardarelli, in carcere da ieri, si arricchisce di particolari sconcertanti. Dalle intercettazioni delle conversazioni telefoniche svoltesi tra Iannelli e Marco Von Arx, amministratore della Clinica Villa del Sole (di proprietà dello stesso Iannelli), anch’egli indagato e ai domiciliari, nonché dai commenti di pazienti intercettati attraverso microspie piazzate nella sala d’attesa della clinica, saltano fuori numerosi episodi di comportamenti illeciti reiterati e un sistema di illegalità collaudato che danneggia lo Stato, il servizio sanitario nazionale, la salute dei cittadini e soprattutto inquina – come sottolineato dal Ministro alla Salute Renato Balduzzi – la relazione tra medico e paziente.

Secondo i fogli di presenza del Cardarelli, Paolo Iannelli era in ospedale ad operare e a prendersi cura dei malati, sottoposto a turni massacranti che lo vedono indefessamente in servizio anche quando in realtà era in vacanza in Thailandia: partito da Roma per Bangkok dall’11 al 20 febbraio 2011, risulta ugualmente attivo in ospedale nei giorni 14/18 dello stesso mese, dalle ore 9 alle 14. E sarebbe solo l’ultimo di una serie di episodi che conta ben 88 “compresenze” e “fenomeni di ubiquità” registrati a partire da luglio 2010, anche attraverso i riscontri delle celle agganciate dal suo cellulare.

INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO – L’ipotesi di reato è contestata dal gip Ludovica Mancini al chirurgo Luigi Angrisani e all’anestesista Michele Chiariello per un episodio risalente al 20 gennaio 2009. Sotto i ferri e le mani dei medici che lo stavano operando a Villa del Sole per un intervento di by-pass gastrico in anestesia totale è morto Stefano M., paziente affetto da obesità che si era rivolto all’equipe di Iannelli per ridurre il suo peso corporeo, in eccesso di oltre 68 chili. Nell’ordinanza di custodia emergerebbe che i medici, consapevoli e del tutto incuranti del rischio che comportava l’intervento, “aggravavano tale rischio decidendo di effettuare l’intervento presso la casa di cura, dove l’equipe medica non poteva godere del supporto delle strutture dei mezzi e dell’apporto di altri specialisti sicuramente necessari in caso di probabili complicanze che invece sarebbero state disponibili presso una qualificata struttura pubblica”. Al decesso del paziente, avrebbero inscenato una vera e propria farsa, facendolo trasferire in ambulanza al Policlinico: la barella col morto sarebbe sfilata davanti ai parenti facendo loro credere che fosse ancora vivo ma in grave crisi respiratoria e solo dopo il ricovero in terapia intensiva al Policlinico ne avrebbero dichiarato la morte.

A questo punto, per non rovinare la fama alla clinica, secondo le ricostruzioni degli inquirenti basate gran parte sulle intercettazioni telefoniche, con l’aiuto di Marco Von Arx, Gabriele Iannelli (fratello di Paolo e gestore di Villa del Sole) e di Clara Belluomo Anello, responsabile del reparto di terapia intensiva del Policlinico nonché collaboratrice della casa di cura, pensano a imbrogliare le carte: anche per costoro, quindi, l’accusa di falsificazione di cartella clinica.

L’INTERCETTAZIONE – “Truoveme e’ccart, verimmo bbuono ‘e cazzi nuosti perché io non voglio scrivere insomma..”. Ovvero, a mali estremi, estremi rimedi: secondo il gip, Gabriele Iannelli per evitare di scrivere in cartella clinica l’avvenuto decesso del paziente, avrebbe redatto una cartella clinica falsa, in cui non viene dato atto della morte del paziente, e allegato tutta una serie di relazioni, anch’esse false, sulle complicanze intervenute che ne giustificavano il trasferimento al Policlinco.

Afferma Iannelli intercettato al telefono con Marco Von Arx: “Secondo me non era stato intubato bene, hai capito? Ci stanno varie componenti, poi l’hanno tracheotomizzato. Quando tu fai la tracheotomia in realtà implicitamente è una cosa di colpa, cioè che tu non l’hai intubato… non sei riuscito a intubarlo e sei dovuto ricorrere alla tracheotomia”, quindi lo invita a mettere a posto le carte.

LE CIFRE DELLA FRODE FISCALE – Dalle testimonianze dei convocati e dalle conversazioni dei pazienti intercettate in sala d’attesa saltano fuori anche le cifre e la pratica fraudolenta (malcostume diffusissimo tra i medici specialisti) di non rilasciare ricevuta fiscale relativa al compenso della propria prestazione.

Un’anziana signora, Antonietta S., anni 78, ha dichiarato di essere stata “intercettata” dal prof. Paolo Iannelli su una barella d’emergenza del Cardarelli, sulla quale era stata sistemata in assenza di un posto letto disponibile e in attesa di essere operata per una frattura scomposta al femore. Sconfortata dalla lunga lista d’attesa prospettatale dall’ortopedico, che non le garantiva l’operazione prima di 15 giorni, fu dallo stesso dirottata presso la sua struttura privata di Villa del Sole, dove l’operazione ebbe felice esito in tempo breve tempo alla modica cifra 4000 euro, messi insieme dalla paziente con l’aiuto di un prestito e versati a Iannelli con un assegno in bianco, senza riceverne fattura.

Analoghe voci di corridoio captate dai carabinieri del Nas tra i pazienti del Cardarelli confermano la medesima pratica e cifre a dir poco sproporzionate: “A voi quanto si prese? A me per farmi un’ingessatura si prese duemila euro! Senza ricevuta e senza niente”; “A me mi fece la fattura per poco più, non vi dico!”, risponde l’interlocutore; “Almeno a voi vi ha fatto la fattura, a me mi fece fare l’assegno a me medesimo!”

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