Rifiuti illeciti, l’antimafia avverte: “Il traffico dei Casalesi continua”

“Uno scenario sempre più inquietante, rifiuti sempre più core business dei clan con l’aggravarsi dei rischi per la saluta dei cittadini”: questo il commento del presidente di Legambiente Campania alla relazione ecomafia della Direzione nazionale antimafia (Dna), che mette in risalto come lo smaltimento illecito dei rifiuti nella nostra regione è un problema tutt’altro che risolto.

Da alcuni stralci della relazione diffusi dall’associazione ambientalista emerge un quadro che poco è cambiato rispetto al passato: la camorra, e in particolar modo il clan dei Casalesi, continua ad avere il predominio nel traffico illeciti di rifiuti. La Dna punta il dito contro l’imprenditoria, soprattutto quella centro-settentrionale, e il mondo della politica che hanno permesso la distruzione che è sotto gli occhi di tutti: “Continuano ad emergere gli scempi del territorio – si legge in uno stralcio della relazione – frutto della sinergia tra i clan camorristici ed i trafficanti dei rifiuti soprattutto dell’Italia centro-settentrionale” con la mediazione di “quella che lo scorso anno si è definita ‘l’élite del traffico illecito dei rifiuti'”.

Si evidenzia quindi ancora una volta la commistione tra mondo politico, economico e criminale che ha portato all’emergenza rifiuti nel napoletano; una commistione che ancora resiste anche per la difficoltà delle amministrazioni locali, lasciate sempre più sole dalle autorità nazionali per via della crisi economica, di porre argine alla situazione. Anzi, è scritto nella relazione della Dna, proprio le Autorità “approfittano” della presenza della criminalità organizzata per trovare una giustificazione alla loro inefficienza.

Una situazione preccupante per Legambiente Campania, con Buonomo che indica nei traffici di rifiuti, non solo un fattore che mette in pericolo il futuro del Paese, ma anche “un reato spia, attraverso il quale è possibile scoprire la rete di affare illegali della camorra”.

 

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