Catturato Zagaria, capo di Gomorra

“Ha vinto lo Stato”: queste le parole di Michele Zagaria quando si è visto davanti gli uomini che lo hanno arrestato. Le forze dell’ordine lo hanno trovato nella sua Casapenna, in provincia Caserta, all’interno di un bunker coperto da una botola che si trovava in un fondo agricolo di Via Mascagni. Già da qualche giorno gli investigatori avevano individuato il nascondiglio del capo di “Gomorra” e questa mattina alle 11.30 è scattato il blitz coordinato dal pool di magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotto dalla Squadra Mobile di Napoli, da quella di Caserta e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia.

All’arrivo delle forze dell’ordine Zagaria ha provato la fuga, ma le forze dell’ordine lo hanno seguito anche scavando nei cunicoli del covo. L’operazione è stata completata quasi un’ora dopo l’inizio del blitz, visto che il latitante non riusciva più ad uscire dal sotterraneo attraverso il quale aveva provato a fuggire, a causa di un black out della rete elettrica. Il capo dei Casalesi al momento dell’arresto è stato colto da malore e costretto a ricorrere alle cure dei medici. Dopo la cattura grandi festeggiamenti tra le forze dell’ordine.

Sul posto, dopo la riuscita del blitz, sono arrivati anche i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, Cafiero de Raho, Catello Maresca, Raffaele Falcone e Marco Del Gaudio ed è proprio a loro che il superlatitante ha rivolto le prime parole: “Avete vinto voi, ha vinto lo Stato”. Sul viso dei magistrati tutta la felicità per aver messo le mani sul boss della camorra e anche segni di commozione negli occhi di Catello Maresca. Latitante dal 1995, dall’operazione ‘Spartacus’, Michele Zagaria, 53 anni, detto “capastorta” è considerato il capo dei Casalesi e era ricercato per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, rapina e altri reati.

“Capastorta” era l’ultimo tra i boss storici a essere rimasto in libertà: negli anni precedenti erano, infatti, stati assicurati alla giustizia Francesco Schiavone detto “Sandokan”, Francesco Bidognetti e Antonio Iovine. Michele Zagaria fino a oggi era invece sempre riuscito a sfuggire alla giustizia pur rimanendo nel suo paese: poco più di un anno fa l’ultimo tentativo fallito di arrestarlo in una villetta sempre a Casapenna.

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