La rivolta dei rettori: “Università campane umiliate dalla Gelmini”

“Umiliati”: si sentono così i rettori delle Università campane dopo aver letto le cifre della distribuzione dei finanziamenti stanziati con gli ultimi Pon Ricerca e Competitività per l’intero sistema regionale. Soltanto meno della metà di quei fondi sono finiti nelle casse degli Atenei pubblici campani, mentre la gran parte è andata a enti privati: 11 milioni e 400 mila euro alla Federico II e all’Università di Salerno,  9 milioni e 400 mila euro alla Seconda Università di Napoli contro gli 8 milioni e 700 mila euro andati all’ateneo privato Suor Orsola Benincasa, i 20 milioni destinati alla fondazione Sdn, i 13 milioni e 400 mila euro stanziati per il Pascale e i 10 milioni e mezzo che andranno al Ceinge.

Sono i numeri dell’ultimo “regalo” fatto dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini alle Università pubbliche campane e che hanno mandato su tutte le furie i rettori: “Ci sentiamo umiliati -afferma Francesco Rossi, rettore della Sun -, le università pubbliche della Campania sono state mortificate dalle scelte del ministro. Il bando per l’assegnazione degli ultimi Pon Ricerca e Competitività è stato allargato agli altri enti di ricerca, compresi quelli privati, e ciò ha portato alla penalizzazione delle università pubbliche, dei loro 200mila studenti e delle migliaia di ricercatori”. Dei 185 milioni assegnati dai Pon, una gran parte è finita nelle tasche dei privati, nonostante servissero alle Università “per restare in vita”.

“In un momento come questo – rincara la dose il rettore della Federico II, Massimo Marrelli – dinanzi alla scarsità di fondi pubblici i finanziamenti disponibili dovrebbero andare alla ricerca pubblica e non a quella privata. Certo in base alla qualità dei progetti, ma su questo non temiamo confronti”. Il numero uno dell’Università partenopea è deluso anche perché non è stata accettata la richiesta di destinare parte dei finanziamenti alla spesa corrente: “Sarebbe fondamentale per le Università poter usare una quota minima di quei soldi (non superiore al 3%) per le spese correnti: con i Pon si possono comprare attrezzature e realizzare nuovi laboratori, ma il rischio è di non avere risorse per farli funzionare. Ed io non voglio che si realizzino altre cattedrali nel deserto”.

Pochi fondi e anche quelli a un certo punto sembravano non dovessero arrivare, come spiega il rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino: “Qualche settimana fa abbiamo saputo che c’era il rischio di non ricevere neanche un euro. Abbiamo allora scritto una lettera al governatore Caldoro per chiedergli conto delle scelte di una commissione alla quale partecipava anche un suo uomo. Grazie alle nostre pressioni e all’impegno dell’assessore Guido Trombetti siamo stati recuperi, ricevendo comunque meno di quanto meritassimo”.

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