Crollo a Pompei: non si tratta della Domus di Diomede

Nuovi crolli a Pompei. É stata questa la notizia che ha funestato le prime pagine dei giornali di oggi, descrivendo il terzo crollo, nel giro di soli 7 giorni, avvenuto all’interno dell’area degli scavi archeologici più famosa del mondo. Dai sopralluoghi realizzatisi nelle scorse ore, invece, si è avuta la smentita sul fatto che il crollo fosse avvenuto presso la Domus di Diomede. Ad annunciarlo è stato proprio il MiBAC, il Ministero dei Beni e della Attività Culturali Italiane, in seguito ai sopralluoghi effettuati dalla soprintendente ai beni archeologici di Napoli e Pompei, Maria Elena Cinquantaquattro, dai tecnici della soprintendenza e dalle forze dell’ordine dell’Arma dei Carabinieri nella zona di via Consolare.

«In riferimento alle notizie diffuse da varie agenzie, secondo le quali vi sarebbe stato un nuovo crollo nell’area degli scavi di Pompei, relativo alla Domus di Diomede, la verifica effettuata sul posto dai tecnici della Soprintendenza, in sopralluogo congiunto con le forze dell’ordine, ha accertato – spiega il ministero – che tutto ciò non corrisponde a verità, nella maniera più assoluta».

«Nel corso di un sopralluogo nella Regio VI.1.4 – continua la nota del MiBAC – si è constatato il parziale distacco della muratura posteriore di una fontana, che si è adagiata all’interno della fontana stessa. L’episodio non è sicuramente recente, come dimostra la crescita di vegetazione spontanea. Si tratta di una domus scavata nel 1700, chiusa al pubblico, la cui messa in sicurezza è già prevista nel Programma per la salvaguardia per Pompei». «Appare inaccettabile, attesa la situazione di rischio dello stato di conservazione del patrimonio archeologico di Pompei, che merita la massima attenzione per l’evolversi dei fenomeni di dissesto, che vengano propagate notizie allarmistiche – afferma ancora il Mibac – atte a gettare discredito sull’Amministrazione dei Beni Culturali».

Intanto il ministro Galan sta addirittura facendo valutare la possibilità di una denuncia all’autorità giudiziaria per procurato allarme.

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