Pompei, altri due crolli

Ancora crolli a Pompei: dopo il muro nei pressi di Porta di Nola venuto giù venerdì sera, questa volta è toccato a due murature di epoca moderna frantumarsi. A darne notizia è stato il sottosegretario ai Beni Culturali, Riccardo Villari, lo stesso che sabato si era lamentato per non essere stato avvertito in tempo dopo i crolli della scorsa settimana. Questa volta la notizia gli è arrivata subita ed è stato proprio lui a comunicare i nuovi crolli: si tratta di un muro nell’area fuori Porta Ercolano lungo la via dei Sepolcri e di un altro nella zona occidentale del sito.

Non c’è pace quindi per la zona archeologica pompeiana che ha vissuto un anno terribile: dal crollo della Domus Gladiatori a quello di sabato scorso fino ad arrivare ai due più recenti. Dodici mesi con molte parole e pochi fatti che hanno avuto il risultato di far peggiorare una situazione drammatica.

I nuovi crolli arrivano alla vigilia della visita che il commissario Ue per le politiche regionale, Johannes Hahn, farà domani agli Scavi: una visita che dovrebbe essere il preludio a un finanziamento di cento milioni di euro che l’Unione Europea dovrebbe dare proprio per la messa in atto di interventi di riqualificazione dell’area. Il commissario europeo sarà accompagnato dal ministro ai Beni Culturali, Giancarlo Galan, con il quale sempre domani terrà una conferenza stampa per illustrare il progetto di rilancio di Pompei.

Il ministro però è intanto al centro delle polemiche, così come era stato per il suo predecessore Sandro Bondi. Il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando ne chiede le dimissioni, insieme a quelle del sottosegretario Villari: “Galan è diventato il ministro dei crolli culturali. Siamo quasi davanti a un bollettino di guerra e non è più tollerabile assistere disastri quotidiani che stanno mandando in rovina il sito archeologico di Pompei che è parte nel nostro patrimonio artistico e culturale. Dovrebbe dimettersi insieme a Villari, che è capace solo di diramare comunicati e non di adoperarsi in maniera concreta per la salvaguardia delle nostre ricchezze”. Parole dure e già risuonate più volte nel corso di quest’anno tragico per Pompei; uno dei siti archeologici più famosi nel mondo è lasciato crollare senza porre rimedio: questo è il simbolo di un’Italia incapace di tutelare le proprie ricchezze.

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