Fini a Napoli: “Ieri in azione squadristi del 21esimo secolo”

Domenica napoletana per il Presidente della Camera Gianfranco Fini: la terza carica dello stato era attesa questa mattina al Teatro Augusteo dove è in corso una manifestazione di Futuro e Libertà. L’ex alleato di Berlusconi ha parlato davanti a una folla di simpatizzanti, anche se nel corso della sua passeggiata per il centro storico non sono mancati i contestatori: poche persone che lo hanno insultato al suo passaggio. Fini all’interno del Teatro è tornato sulla drammatica giornata vissuta ieri a Roma, quando nel corso della manifestazione degli Indignati, quattro-cinquecento black block hanno messo a ferro e fuoco la capitale: “Un gruppo di squadristi del 21esimo secolo, di delinquenti ben organizzati ha calpestato il sacrosanto diritto di manifestare di migliaia di giovani“. Per il Presidente della Camera non è oggi il momento di chiarire le responsabilità, ma quello di esprimere solidarietà agli uomini e donne in divisa che “con la loro abnegazione hanno evitato un bilancio ancora peggiore”.

Prima di fare ingresso al teatro Augusteo, Fini ha avuto un incontro fortuito con il sindaco De Magistris che si trovava in zona per una manifestazione del Conai: i due si sono incontrati all’interno dello storico Caffè Gambrinus, dove il presidente della Camera si trovava con i dirigenti locali di Fli e il vicepresidente del partito, Italo Bocchino.

Fini in vista del suo arrivo in città ha rilasciato un’intervista a “Il Mattino” nella quale ha parlato della situazione politica italiana: il numero uno di Fli ha ribadito la necessità di andare al voto nel 2012 e la sua convinzione che Berlusconi perderà le elezioni perché “il suo appeal è crollato”.

Fini però ha anche detto no all’invito di D’Alema a mettere in piedi una grande coalizione che vada da Sel a Fli: “Il problema non è se fare o meno l’alleanza, ma su cosa farla: la somma aritmetica di quello che non è componibile porta a una maggioranza numerica, ma dopo si fa la fine di Prodi”. Il presidente di Montecitorio ritiene quindi che alle elezioni “ci si arriverà con tre poli” visto che uno dei problemi della politica italiana  “è questo bipolarismo muscolare senza elementi unificanti e in perenne campagna elettorale”.

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