Ikea vs campo Rom: no al campo nomadi

Ikea è il colosso mondiale dei mobili svedesi a pacco piatto che ha rivoluzionato il modo di intendere l’arredamento e che ha sancito indissolubilmente il binomio domestico “Domenica = passeggiata all’Ikea”. Ma in questo piccolo mondo felice color puffo qualcosa è cambiato a causa della presenza dei Rom. Già nel tempo il campo Rom, presente in modo abusivo nei pressi della struttura, aveva arrecato non pochi disagi, sia di immagine che di logistica, in quanto era considerata una cosa normale quanto snervante trovarsi orde di bambini di etnia Rom fra le auto in fila sulla carreggiata che chiedevano monetine.

Il sussulto da parte delle maestranze Ikea si è avuto quando è stata presa la decisione, da parte del consiglio comunale di Afragola, di adibire un’area di via Berlinguer alla realizzazione di un campo nomadi che potesse ospitare le comunità della provincia di Napoli. Lo scorso 15 settembre sarebbero dovuti cominciare i lavori per la realizzazione delle nuove strutture da parte della Snace, la ditta incaricata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche, ma così non è stato. Tensioni di ordine politico, le proteste di Ikea e il ricorso al Tar di uno dei proprietari terrieri espropriato del suo bene, hanno bloccato l’inizio dei lavori.

«Per questo – spiega Franco Turco, store manager di Ikea – siamo in attesa. Stiamo attendendo l’esito del ricorso e in base a quello decideremo il da farsi. Certo è che l’area è destinata ad ospitare altri grandi insediamenti commerciali ed è in continua crescita in questo senso». Proprio a causa della massiccia presenza di Rom nella zona di via Berlinguer, Ikea è stata costretta a fortificare il servizio di sicurezza della struttura: solo nell’ultimo anno ammontano a dieci i tentativi di furto d’auto sventati proprio dai dipendenti del colosso svedese.

C’è poi naturalmente il danno dell’immagine, che però non sempre arriva solo dalla presenza di extracomunitari. «Abbiamo assunto come impegno la tutela dell’area dove lavoriamo – aggiunge Franco Turco-. Nel parcheggio abbandonano davvero di tutto, dalle batterie delle auto alle ruote dei camion. C’è stato persino chi ha lasciato un cassonetto pieno di rifiuti o materassi o, ancora, stufe mescolate a rifiuti non riciclabili. Smaltiamo in maniera differenziata questi rifiuti così come facciamo con i nostri. Il nostro impegno per l’ambiente è percepito dai clienti e dall’opinione pubblica in generale».

Naturalmente non sia detto che Ikea non sia dedita anche a cause sociali, così come puntualizza Tiziana Cerato, responsabile per l’ambiente e il sociale: «Sosteniamo molte strutture d’accoglienza per i minori – spiega la Cerato – ogni anno riceviamo delle richieste e, in base a quanto stanziato in termini di materiali e tempo, cerchiamo di rispondere al maggior numero di casi. Non inviamo denaro ma arrediamo gli spazi dei centri d’accoglienza. È stato così per la “Casa di Tonia” a Napoli, il centro che accoglie ragazze madri ripudiate, abbandonate, lasciate sole con il loro bimbo. Al “Punto cuore” nel rione Salicelle ad Afragola sono stati inviati mobili per 35mila euro in tre anni di collaborazione. Adesso stiamo lavorando con l’associazione “Margherita – La Crisalide” nei pressi di piazza Nazionale. È un centro che si occupa dell’accoglienza e del reinserimento dei bimbi vittima di violenze».

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