Peppe Barra e l’annuncio shock “Se continua così, non reciterò più a Napoli”

Un tempo la tradizione era vista come motivo di vanto e aggregazione popolare, ma oggi le cose stanno progressivamente cambiando. E così accade, con grande sconcerto, che uno spettacolo come “La Cantata dei Pastori”, abbia difficoltà enormi ad essere portata in scena: mancano i fondi, o forse manca la volontà di tenere vivo un pezzo importante e fondamentale della nostra cultura. Chi lancia l’appello attraverso le pagine dei giornali è il Peppe Barra, che si è visto chiudere le porte in faccia dalle istituzioni al momento della richiesta dei fondi necessari per la messa in scena dell’opera.

“Ho chiesto un aiuto per rimettere in scena ‘La cantata dei pastori’, – racconta Barra alle pagine di Repubblica – ma non c’è stato nulla da fare. Alla Regione mi hanno liquidato senza troppi complimenti, senza rispetto. E’ possibile che ogni anno devo gridare per portarla in scena? La nostra tradizione va in malora, mentre dobbiamo vedere in giro certe porcherie. A Napoli non si può più lavorare, la cultura è in mano ai politici, che non hanno la cultura per occuparsene con nobiltà d’intenti”.

“In passato – aggiunge Barra – mi sono sempre accollato io tutte le spese e l’unica volta che ho cercato un piccolo sostegno economico mi è stato negato. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, mi ha chiaramente detto che non ci sono fondi; cosa ancora più grave, l’amministrazione comunale in toto mi ha completamente ignorato ed invitato a farmi da parte, a mettermi in fila. Ma i 750 mila euro per ‘L’opera da tre soldi’ con Ranieri sono stati trovati e anche la Regione ha contribuito, mi pare, con 200 mila euro. Io chiedevo molto, ma molto meno. Nulla da aggiungere. I politici – conclude – non mi hanno mai aiutato ed è chiaro che non lo faranno mai”.

Diviene così desolante apprendere come una delle opere più toccanti del panorama tradizionale partenopeo venga liquidata così, quasi in malo modo, nonostante ci sia la perseveranza e la voglia di mantenere viva la solennità tipica del costume e della cultura. Ma Barra non demorde, persiste nel suo intento e nella sua volontà. E noi siamo con lui.

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