Furti d’arte, questa volta tocca alla chiesa di Santa Maria di Portanova

Oltre ai topi d’appartamento, non è possibile non considerare i ladri dell’arte. Gira un traffico illegale incredibile di opere d’arte trafugate da tombe, chiese e musei, che in molti ignorano, ma che gli appassionati dell’arte poco etici ben conoscono: e così, ogni anno, a farne le spese sono i beni artistici patrimonio di tutti, ma da tutti (o almeno dalla stragrande maggioranza dei responsabili) poco tutelati. Si dice: “Ne abbiamo troppe di chiese da risistemare, di affreschi da recuperare, ecc.: i soldi non ci sono” e nel frattempo il terreno diventa fertile per chi nell’arte, o meglio nel traffico illecito dell’arte, ha trovato la sua miniera d’ora.

Questa volta a farne le spese è stata la chiesa di Santa Maria di Cosmedin, più nota come Santa Maria di Portanova, trovandosi proprio ubicata nell’omonima piazza. Qui sono stati trafugati, probabilmente in pieno giorno, una vasca di epoca romana e addirittura un altare, ma non si conoscono ancora le modalità del furto, avvenuto o accedendo al complesso religioso dal sottosuolo, oppure direttamente dall’ingresso principale, in quanto al chiesa resta aperta per qualche ora durante l’arco della giornata.

Scompare così un altro pezzo di città, rubato senza ritegno da una delle chiese più antiche di Napoli, che già soffre per incuria e che sta lentamente e letteralmente cadendo a pezzi a causa della nulla manutenzione. L’allarme però risulta esteso e dilagante in tutta la città: solo qualche giorno fa sono stati trafugati dal santuario di Santa Maria Francesca della Cinque Piaghe, due preziosi calici utilizzati durante le cerimonie liturgiche e, anche questo furto, pare sia stato compiuto in pieno giorno.

«Sono anni che i luoghi di culto – denuncia al quotidiano “Il Mattino” lo storico dell’arte Vincenzo Rizzo, presidente del comitato scientifico dell’associazione Portosalvo – sono abbandonati a se stessi. Ci sono episodi avvenuti negli ultimi venti anni che lo dimostrano e quello che è successo alla storica chiesa di Santa Maria in Cosmedin è soltanto l’ultimo episodio. Non c’è sorveglianza, vigilanza e controlli di guardianìa. I ladri trovano così vita facile; basti vedere anche a quello che è successo tempo fa alla chiesa di San Pietro Martire dove fu rubata una cera di trecento anni fa o alla tragica scomparsa di cimeli storici dalla cappella di San Gennaro e Clemente alla Duchesca. Ovviamente speriamo e ci auguriamo che qualcuno metta fine a questo susseguirsi di sparizioni».

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