Allarme cultura. Sembra proprio questo il leitmotiv che accompagna il panorama culturale italiano, dove i soldi, le azioni e soprattutto le attenzioni verso il patrimonio artistico – culturale sembrano essere silenti quanto nulle. Dalle pagine del quotidiano Terra arriva l’ennesima richiesta d’aiuto da parte di un museo italiano, il MAV. Questa struttura giovanissima è nata solo da 3 anni, nel 2008, prendendo il posto della vecchia sede della scuola Iaccarino ad Ercolano, ma, pur essendo solo all’inizio della sua “carriera” già subisce l’effetto dei tagli regionali riservati agli istituti culturali. “Se non interverranno Regione e Provincia c’è il rischio che la struttura possa chiudere e trasformarsi in centro commerciale o in parcheggio”, così dichiara Donatella Scotellaro, collaboratrice del museo.
Sostenere i costi per un’impresa culturale è sempre un problema serio, soprattutto quando neanche il prezzo dei biglietti riesce a colmare le passività generate dalle spese: non sono bastati i 200mila visitatori degli ultimi due anni, il Mav ha bisogno di aiuto concreto da parte delle istituzioni.
Lo sanno bene i dipendenti della struttura che hanno assistito, giorno dopo giorno, ad inevitabili tagli al personale, con in più la pressante esigenza di fondi per la manutenzione del museo stesso, considerato fra i più tecnologici ed innovativi del nostro Paese. Il MAV è, di fatti, un museo virtuale ed interattivo, che raccoglie oltre settanta installazioni multimediali che raccontano la storia di Pompei, Ercolano, Baia, Stabia e Capri, esattamente com’era nel 79 DC e fino ad un attimo prima della tremenda eruzione che devastò le cittadine vesuviane.
Un’esperienza sensoriale che trascina letteralmente il visitatore nell’epoca romana, rapendolo con i suoi ologrammi e le sue ricostruzioni in 3D, con la sua originalità. Il MAV diviene così luogo didattico e conoscitivo, dove il reale e l’immaginario si incontrano grazie alla tecnologia, per dare così vita a nuove forme di apprendimento e di intrattenimento.
