Che fine faranno ora i manifesti elettorali?

Da mesi, ormai, le strade di Napoli sono piene di manifesti elettorali: ovunque si posi lo sguardo è possibile anche solo intravedere gigantografie di politici, nomi, slogan e simboli di partito. Tutto ciò rientra nella norma, è una consuetudine che prima delle elezioni, politiche ed amministrative, le città siano tappezzate di cartelloni e richieste di voto. La novità però c’è ed è tutta napoletana: il tutto campeggia tra cumuli di immondizia, cassonetti dati alle fiamme ed esercizi commerciali chiusi per l’impossibilità di tollerare il cattivo odore. Di tanto in tanto compaiono anche cartelli “autoprodotti” dai cittadini, stanchi delle promesse e dell’incuria di chi governa. L’emergenza rifiuti a Napoli è una questione annosa: certamente, sin ora, la politica ha fatto poco e male a riguardo, rispondendo in modo sommario e del tutto inefficace alle esigenze dei cittadini.

È comprensibile, dunque, una certa quota di pessimismo nei riguardi di qualsiasi nuovo volto, da qualsiasi forza politica provenga. Questo pessimismo deriva proprio da tutte le cocenti delusioni del passato, dalle promesse disattese, dalla disillusione. Sicuramente non aspettarsi nulla dal futuro, sperimentare una sorta di limbo in cui non ci si aspetta niente perché niente si è mai ottenuto, non è la soluzione. Bisogna che i cittadini continuino a sperare, perché è dalla speranza che nasce il cambiamento.

Certo, però, questa voglia di futuro va incoraggiata, alimentata da segni concreti. Abbiamo assistito a una diffusione a tappeto di carta: manifesti, cartelli, volantini. Esaurito lo spazio adibito all’affissione, non ci si è fatti scrupolo di imbrattare anche i muri dove campeggiavano a caratteri cubitali i divieti. Su questi abusi è intervenuto il comune: non rimuovendo i cartelli, ma attaccandoci sopra un foglio con su scritto “affissione abusiva”. Risultato: altra carta sprecata e manifesti elettorali comunque leggibili.

In alcune zone si è persino arrivati a sovrapporre talmente tanti cartelli l’uno sull’altro che interi blocchi di carta pressata cadevano al suolo per il troppo peso. Insomma, una città già colpita al cuore dall’emergenza è stata ulteriormente imbrattata e devastata.

Le elezioni sono quasi finite. Era impensabile che qualche candidato, in nome della città, rinunciasse alla politica della pubblicità a tutti i costi, ma qualcosa si può ancora fare: si potrebbe procedere alla raccolta dei manifesti, alla pulizia delle strade completamente ricoperte da strati di cartone.

Magari, si potrebbe addirittura pensare al riciclo di tutto il materiale cartaceo diffuso sul territorio. Insomma: chi si è proposto ai cittadini come rappresentante, chi ha chiesto fiducia e magari l’ha anche ottenuta, sia di esempio e di aiuto, sia al fianco della città, rispettandola e non contribuendo a peggiorare una situazione già critica.

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